Richard Gere ospite da Fabio Fazio evita il caso Open Arms e l’assoluzione di Salvini: scoppiano le critiche sui social.
Richard Gere, celebre attore e noto attivista per i diritti umani, è tornato in Italia a Che Tempo Che Fa, condotto da Fabio Fazio. L’intervista, in occasione della promozione del suo ultimo film, ha fatto molto discutere sui social.
Perché? Il noto attore ha evitato di “commentare” una delle vicende più controverse che lo avevano visto coinvolto in passato: il caso Open Arms e la recente assoluzione di Matteo Salvini.
Il mancato commento sull’assoluzione di Salvini
Nel 2019, Richard Gere salì a bordo della nave Open Arms per offrire supporto morale e materiale ai 147 migranti bloccati al largo di Lampedusa.
La sua presenza accese i riflettori internazionali su una crisi umanitaria. Il divo di Hollywood definì il rifiuto dello sbarco come un “atto criminale“. Tuttavia, nella recente intervista da Fazio, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla sentenza che ha assolto l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini.
L’assenza di un commento esplicito sull’assoluzione ha generato reazioni contrastanti. Sui social, molti utenti hanno accusato l’attore di ipocrisia. “Questo fa l’attore anche sulle navi ong“, ha scritto un utente.
“Se il nostro cuore si chiude, non c’è più niente da fare“, ha dichiarato il divo nel corso dell’intervista, Un’affermazione che, pur non riferendosi direttamente alla vicenda Open Arms, è stata interpretata da alcuni come troppo vaga.
La replica di Richard Gere
In un’intervista rilasciata a La Stampa, Richard Gere ha affrontato il tema dei migranti, senza entrare nei dettagli del processo giudiziario.
“Le persone che ho incontrato sui barconi, quelle che ho incontrato nei campi profughi di Lampedusa, erano persone reali, non etichette. Non erano ‘rifugiati’. Erano esseri umani che avevano sperimentato cose orribili“, ha dichiarato.
La sua esperienza sulla nave Open Arms, aggiunge, lo ha segnato profondamente: “Quando sali su un’imbarcazione come quella, vedi gente che cerca una casa, un posto dove vivere, un riparo. In un certo senso siamo tutti rifugiati. Se non riusciamo a specchiarci nelle sofferenze dei nostri fratelli, vuol dire che, come razza umana abbiamo fallito“.