Buoni pasto, uno dei benefit aziendali più apprezzati dai dipendenti
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Direttore: Alessandro Plateroti

Buoni pasto: novità e flessibilità nel welfare aziendale

buoni pasto azienda

I buoni pasto rappresentano una delle più comuni forme di welfare aziendale offerte in Italia.

I buoni pasto rappresentano una delle più comuni forme di welfare aziendale offerte ai lavoratori in Italia, configurandosi come una soluzione alternativa o complementare alla mensa aziendale. Questi ticket, che possono essere sia cartacei che elettronici, consentono di acquistare il pranzo presso esercizi convenzionati o di fare la spesa in supermercati aderenti al programma, offrendo un’ampia flessibilità di utilizzo agli impiegati.

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Le novità sui buoni pasto

Negli ultimi anni, la normativa relativa ai buoni pasto ha subito importanti aggiornamenti, che hanno ampliato significativamente le possibilità di utilizzo. Ad oggi è possibile cumulare fino ad otto buoni per un’unica spesa, non solo nei supermercati ma anche in mercati, agriturismi, bar, tavole calde e negozi di alimentari. Tutto ciò grazie al decreto MISE n. 122/2017 che ha introdotto queste novità, includendo anche la possibilità di utilizzarli presso imprenditori agricoli e agriturismi, ma sempre con la condizione che il titolare non possa cederli ad altri.

Chi può usufruire dei buoni pasto?

Premettendo che l’erogazione dei buoni pasto non è obbligatoria, oggigiorno le aziende che offrono questo servizio sono in crescita. I buoni pasto generalmente vengono erogati da quelle aziende dove non è prevista una mensa, interna o esterna; l’utilizzo di questo servizio non è riservato esclusivamente ai lavoratori a tempo pieno, ma anche a quelli part-time e ai collaboratori dell’azienda, come precisato dal Decreto 7 giugno 2017, n. 122. Questo ampliamento dell’eleggibilità riflette la volontà di integrare ulteriormente questa forma di welfare aziendale nella vita quotidiana dei lavoratori, offrendo un supporto concreto per la gestione delle spese legate all’alimentazione.

mensa
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Buoni pasto elettronici, le differenze

I buoni pasto elettronici funzionano come i tradizionali ticket cartacei, ma l’importo è caricato su una carta dotata di microchip. Questa viene utilizzata come se fosse una carta di debito o di credito con la quale si ha la possibilità di pagare tramite POS presso gli esercizi convenzionati. La novità principale riguarda la tassazione: con i buoni pasto elettronici, il limite di esenzione fiscale passa a 8 euro giornalieri. La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto queste modifiche per favorire l’utilizzo dei buoni pasto elettronici, rendendoli tracciabili e più difficili da evadere fiscalmente.

Indennità sostitutiva di mensa

Per i lavoratori che si trovano in situazioni dove l’utilizzo dei buoni pasto risulta complicato, esiste l’opzione dell’indennità sostitutiva di mensa. Questa soluzione prevede un pagamento diretto in busta paga del valore corrispondente ai buoni pasto, l’indennità sostitutiva di mensa è esente da tassazione solamente sotto determinate condizioni stabilite dall’INPS.

Una panoramica in evoluzione

L’attenzione verso queste forme di welfare è in costante crescita, tanto che sono previsti eventi dedicati per meglio comprendere i recenti sviluppi normativi e le prassi migliori nel settore. Un esempio è il webinar organizzato dalla FIPE, “Buoni pasto: cosa è cambiato“, che si prefigge di analizzare gli aggiornamenti legislativi e le prospettive future per le aziende e i lavoratori che si avvalgono di questo strumento.

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ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2024 17:33

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