Cafe racer: storia, caratteristiche e lista delle moto di serie

Cafe racer: storia, caratteristiche e lista delle moto di serie

Nate in Gran Bretagna negli anni Cinquanta, le moto cafe racer sono modelli personalizzati che si caratterizzano per l’aspetto spartano e l’assetto votato al miglior rendimento aerodinamico.

La definizione Cafe racer (o Café racer), coniata negli anni Cinquanta, identifica un particolare tipo di moto personalizzata. Le moto cafe racer fecero la loro comparsa nel Regno Unito, durante gli anni del Secondo Dopoguerra. In generale, questa definizione si applica a moto ‘spogliate’ di gran parte degli inserti esterni (carena e altro) e modificate per ottenere una posizione di guida più aerodinamica. Il fenomeno, dopo un momento di grande diffusione, ha risentito dell’arrivo sui mercati europei delle moto giapponesi.

Cos’è una moto cafe racer

Una buona definizione di cosa fossero in origine queste moto si trova in un articolo pubblicato nel febbraio del 2014 dall’edizione online dell’Herald Scotland: “Erano mezzi ridotti, più leggeri di quelli di serie con manubri a impugnature ribassate per rendere la posizione di guida più aerodinamica, ed erano il mezzo di trasporto low-cost per le bande emergenti di rockers del dopo guerra che scorrazzavano (a 100 miglia orarie) tra i caffè di strada, come il famoso Ace Cafe della North Circular Road di Londra”.

Più di quarant’anni prima, Wally Wiss scriveva – sulle pagine del numero di settembre del 1973 della rivista Popular Mechanics,  – che “in Europa, il termine ‘cafe racer’ era utilizzato come riduttivo. Esso faceva riferimento a quei motociclisti che giocavano ad essere i piloti della corsa dell’Isola di Man (ora chiamato Tourist Trophy, ndr), qualcuno che possedeva una motocicletta ma che semplicemente la parcheggiava di fianco al proprio tavolo in un caffè all’aperto”.

Le modifiche in stile cafe racer

Su un punto, le due fonti concordano, ovvero sul genere di modifiche apportate ad una moto di serie per ottenere una personalizzazione in stile ‘cafe racer’. Il primo passo è sempre lo stesso: rimuovere il manubrio di serie per sostituirlo con uno dall’impugnatura più bassa che obbliga il pilota a “ingobbirsi” sulla moto e a piegarsi maggiormente nelle curve. Segue, poi, la sostituzione della sella: la diversa posizione di guida impone anche anche una seduta diversa, più adatta per una sola persona.

Al di là delle evidenti modifiche estetiche, le cafe racer venivano personalizzate anche dal punto di vista meccanico, per migliorare le prestazioni e rendere quantomeno caratteristica l’esperienza di guida. Gli interventi più diffusi non sono particolarmente complessi; si va dalla sostituzione o rimozione del filtro d’aria all’installazione di un carburatore maggiorato. Altra struttura soggetta ad elaborazione è l’impianto di scarico: spesso nelle cafe racer l’impianto di scarico di serie viene sostituito da uno di quelli adoperati sui modelli da competizione e, in aggiunta, viene rimosso il silenziatore. Anche gli ammortizzatori risultano spesso modificati per essere sostituiti da modelli più rigidi o più corti.

Per quanto concerne l’impiego di questo genere di moto, raramente i piloti (denominati ‘cafe racers’) prendono parte a competizioni ufficiali; molto spesso, invece, competono in corse clandestine ovvero sfide uno contro uno su una breve distanza.

L’omologazione cafe racer

Essendo moto modificate, le cafe racer devono essere soggette a nuova omologazione, pena il ritiro della carta di circolazione. Il procedimento non è semplicissimo né tanto meno è scontato che vada a buon fine: in sostanza si tratta di ottenere il nulla osta da parte della casa costruttrice. Questo è lo snodo fondamentale, perché i costruttori, dovendo assumersi la piena responsabilità di un veicolo modificato, tendono a non concedere il nulla osta.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/bottpower/15595063335

Lista moto cafe racer

Il fenomeno delle cafe racer si è con il tempo ridimensionato ma non per questo è scomparso del tutto, anzi. Da un lato, resiste uno zoccolo duro di appassionati che segue la strada “tradizionale”, ovvero personalizzare una moto di serie, alleggerendola delle parti esterne per mettere in mostra la meccanica. Di contro, il successo e la popolarità di cui ancora godono le cafe racer d’epoca ha spinto la maggior parte delle case motociclistiche a inserire nella propria gamma uno o più modelli di moto cafe racer già pronte per l’uso, ovvero senza bisogno di ulteriori modifiche.

Talvolta ci si imbatte in moto frutto di un “compromesso” tra più parti: al fianco delle proposte di serie, le case costruttrici realizzano modelli compositi, affidando la versione custom a piccoli marchi specializzati oppure un’azienda minore mutua alcuni elementi (telaio o gruppo motore) da un marchio principale impostando gli elementi di personalizzazione.

Dal sito www.motorcyclespecs.co si ricava un lungo elenco di esemplari di questo tipo, offerti anche dai marchi più blasonati del settore quali Ducati, Harley Davidson e Honda.

  • Ducati Scrambler (2017)
  • Benelli TNT 1130 (2004, 2013)
  • Benelli TNT 1130 Century Racers (2011)
  • Voxan (2004-2008)
  • Breitling Cafe Racer by Santiago Choppers
  • Horex VR6 33 Limited (2014)
  • Borile B500CR (2005)
  • Levis V6 Café Racer (arrivo previsto per il 2020)
  • Moto Guzzi V 7 (2015)
  • Norton Commando (2010)
  • Norton Commando 961 (2014)
  • Norton Commando 961 Cafè Racer MKII “Mick Grant Special” Limited Edition (2016)
  • Deus 1200 V-Twin (2009)
  • Lazareth 1000 Exup
  • Norley
  • Royal Enfield Bullet 500 Chrome
  • Lazareth Harley 883
  • BMW R NineT (prototipo)
  • CCM Spitfire 600 (2017)
  • BMW K1100 by Giorgio De Angelis
  • Leggero Cafe Racer by Walt Siegl
  • Café Rouge Norton 850 Custom
  • Harley-Davidson XR1200
  • BMW R45 Café Racer di Francesco Pagnin
  • Honda CB450 ‘Bonita Applebum’
  • Lazareth 250 Cafè Racer
  • Kawasaki ER6-N by Gia Mi Racing
  • Benelli TNT 899 (2010-11)
  • Honda CB 400N ‘Shine’ by Zucconi Moto Design
  • Moto Guzzi 1000 SP by Officine RossoPuro
  • Bott XC1
  • Tony 535
  • Honda CB750
  • Moto Guzzi Le Mans by DMOL
  • Radical Ducati RAD 02
  • Jesse James Honda VTX
  • Yamaha RZ 350 “Hot Knees”
  • Ducati Kelevra S4R
  • Norton 880 Monoshock
  • RSD Honda CR500
  • Ducati Built 900SS by Barn Built
  • Ducati Gulf Oil
  • Moto Guzzi C5 by Statis Motorcycle
  • Ducati 899 Panigale “Impure” by Matt Errey
  • Kawasaki Z900RS
  • RSD KTM 530
  • Kawasaki Ninja H2 by Gannet Design’s
  • Honda Hornet by XTR Pepo
  • Aprilia Falco Cafè Racer
  • Moto Guzzi V 7 Clubman
  • Ducati Monster 795 “Ducasafe” by Studio Motor
  • Norton Commando 961 SS
  • AJS Caldwell 125 (2016)
  • PTS Vento 400 Cafè GT
  • RSD Harley Sportster
  • Yamaha MT 07 by Benders
  • Kawasaki Vulcan S by MRS Oficina
  • Yamaha XJR1300 (2015-16)
  • BMW K75 S by Hammer Kraftrad (1992)

Le moto cafe racer d’epoca

Alcuni costruttori di motociclette, soprattutto Honda e Benelli (la prima casa motociclistica italiana a produrre una moto con la denominazione ‘cafe racer’ nel 1972), hanno prodotto, specie negli anni Settanta, alcuni modelli di moto in stile cafe racer, sulla scorta della discreta popolarità di cui il genere godeva in quel periodo; alcune di queste vengono ‘recuperate’ per personalizzazioni moderne da parte di officine specializzate o privati; di seguito, un elenco dei modelli più famosi:

  • Benelli 250 (1972)
  • Harley-Davidson XLCR 1000 (1977-79)
  • Honda CB 125
  • Honda CB 400F (1975)
  • Benelli 250 (1975)
  • Yamaha Virago (1981)

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/troyvespa/14182114941

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/bottpower/15595063335