Reddito di cittadinanza, truffa ai danni dell'Inps in Calabria
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Direttore: Alessandro Plateroti

Calabria, reddito di cittadinanza: 18 denunce

I carabinieri hanno scoperto in Calabria una truffa sul reddito di cittadinanza. False dichiarazioni e irregolarità a carico di 18 persone.

REGGIO CALABRIA – Furbetti del reddito di cittadinanza scoperti in Calabria. I carabinieri hanno portato alla luce una serie di irregolarità a carico di 18 cittadini, con un danno erariale complessivo di circa 50mila euro.

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Operazione “Dike” dei carabineri

L’operazione “Dike”, dalla mitologia greca “Dea della Giustizia”, è stata condotta dai militari della compagnia di Varapodio, paese ai piedi dell’Aspromonte. Percepivano indebitamente il sussidio non solo cittadini che svolgevano lavoro “in nero”, ma anche la moglie di un boss al 41 bis. L’operazione è coordinata dalla Compagnia di Taurianova: i carabinieri hanno segnalato le irregolarità all’Autorità Giudiziaria di Palmi, diretta dal Procuratore Capo Ottavio Sferlazza, e all’Inps che ha immediatamente disposto l’interruzione dell’elargizione.

Reddito di Cittadinanza
Fonte foto: https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/

I “furbetti” del reddito di cittadinanza

Variegate sono state le irregolarità emerse dagli accertamenti. E, come dicevamo, non solo cittadini che svolgevano lavoro “in nero”, pur percependo il reddito, in bar, ristoranti o in cantieri edili, ma anche un gestore di una officina meccanica del tutto abusiva, con diverse autovetture in attesa, e il proprietario di un salone di parrucchiere che non solo percepiva il reddito di cittadinanza pur lavorando regolarmente, ma si è scoperto avesse formalmente chiuso l’attività 4 anni fa. I carabinieri dell’Arma hanno dichiarato di aver vagliato centinaia di richieste di reddito di cittadinanza, definendone alcune come “fantasiose”, come quella della moglie del boss, in galera al 41 bis, oppure dell’uomo che si era intestato la residenza in un rudere abbandonato.

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ultimo aggiornamento: 25 Maggio 2020 9:38

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