Caldo record, l’allarme: “Rischio epidemie di enterovirus”

Caldo record, l’allarme: “Rischio epidemie di enterovirus”

Un nuovo studio mette in guardia sugli effetti del caldo record: scatta l’allarme per le epidemie di enterovirus. Di cosa si tratta.

Il caldo record in estate, e non solo, non è certo una novità. Quella che, invece, risulta essere una insolita news, è quanto scoperto da un recente studio negli Usa che ha rivelato come i cambiamenti climatici influiscano su sviluppo e diffusione dei virus a Rna che scatenano la malattia mani, piedi e bocca, Hfmd e la poliomielite. In questo senso è alto il rischio di epidemie di enterovirus.

Caldo e rischio epidemie di enterovirus: lo studio

Uno studio condotto da ricercatori della Brown University, dell’Università di Princeton e della Johns Hopkins, pubblicato su Nature Communications, ha messo in guardia a proposito del caldo record e sui cambiamenti climatici che influiscono su sviluppo e diffusione dei virus a Rna che scatenano la malattia mani, piedi e bocca, Hfmd e la poliomielite.

“Abbiamo scoperto che, anche dopo aver controllato altri fattori, la temperatura sembra aumentare la trasmissione degli enterovirus. In particolare, vediamo un effetto di dimensioni simili in passato per la poliomielite e per i più recenti sierotipi di enterovirus che causano l’Hfmd”, le parole di Rachel Baker, della Brown University e autrice dello studio.

I dettagli delle malattie

Gli enterovirus comprendono numerosi ceppi di coxsackievirus, echovirus, enterovirus e poliovirus. Questo tipo di infezioni sono altamente contagiose e, spesso, raggiungono proporzioni epidemiche. Le infezioni enterovirali sono più comuni tra i bambini. Nel dettaglio la malattia mano-piede-bocca, l’Hfmd, e poliomielite sono causate da diverse specie di enterovirus. L’Hfmd è tipica dei mesi estivi. Allo stesso modo anche i casi di poliomielite osservati sono stati registrati in modo maggiore nei mesi dove le temperature erano più elevate.

Ma come si trasmettono tali malattie? Tramite ingestione di alimenti o acqua contaminati dalle feci di una persona infetta; contatto diretto con una superficie contaminata e successivo contatto delle mani con la bocca e inalazione di goccioline contaminate disperse nell’aria. Attenzione anche alle superfici che possono essere contaminate dalla saliva di una persona infetta.