Carlo Calenda guida 33 manifestazioni in tutta Italia per un’Europa forte e autonoma: esercito comune e dazi.
In un contesto geopolitico sempre più instabile, l’Europa si trova di fronte a sfide cruciali. Da un lato, la Russia di Vladimir Putin continua la sua espansione militare; dall’altro, gli Stati Uniti di Donald Trump adottano una politica sempre più isolazionista e aggressiva nei confronti del Vecchio Continente, Calenda commenta la situazione come riportato da quotidiano.net. Le tensioni commerciali e strategiche aumentano, lasciando l’Unione Europea in una posizione di crescente vulnerabilità.
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Un’Europa militare e indipendente: la svolta necessaria
Ma l’Europa deve davvero restare spettatrice di questo scenario?
Ieri, in 33 città italiane, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per chiedere un’Europa più forte e autonoma, capace di difendersi da sola e di rispondere con fermezza alle pressioni esterne. A guidare la mobilitazione è stato Carlo Calenda, leader di Azione, che ha ribadito con forza la necessità di due mosse decisive: la creazione di un esercito europeo e l’imposizione di dazi sulle big tech americane come contromisura alle politiche protezionistiche di Trump.
“Le due cose che farei domani sono l’esercito europeo e rispondere a Donald Trump che se mette i dazi tassiamo le big tech americane”, ha dichiarato il senatore.
Calenda ha sottolineato che l’Europa ha già la capacità economica e industriale per sostenere una propria difesa comune. Con una spesa militare pari a quella della Cina, l’UE avrebbe le risorse per creare una forza armata realmente efficace, senza dover dipendere dagli Stati Uniti.
“Complessivamente la spesa militare europea è a parimerito con quella cinese, la seconda nel mondo. Si tratta di renderla operativa e efficiente. Non per utilizzarla, ma per non doverla utilizzare. ‘Si vis pacem para bellum’, come insegnavano i romani”.
L’idea di una difesa comune, secondo Calenda, non può più essere rimandata. Non si tratta solo di prepararsi a possibili conflitti, ma di dare all’Europa il peso politico necessario per sedersi ai tavoli internazionali da protagonista, e non più da semplice alleato secondario.
“Vogliamo subito un’Europa politica e una difesa comune europea”, ha ribadito il leader di Azione.
Trump, dazi e la risposta dell’Europa
Ma il tema militare è solo una parte della questione. L’altro grande nodo riguarda le politiche economiche aggressive degli Stati Uniti. Trump ha già annunciato nuovi dazi sui prodotti europei, con l’obiettivo di spostare investimenti e produzione negli USA.
“Gli Usa non ci sono più. Prima o poi dovremo prenderne atto. Trump ha come unico interesse fare business con russi e portare via investimenti produttivi dall’Europa”.
Di fronte a questa situazione, Calenda propone una contromossa decisa: “A Trump va detto che se mette dazi del 25% all’Europa noi tassiamo il fatturato delle big tech al 15%”.
Un messaggio chiaro: l’Europa non può più subire passivamente le decisioni di Washington.
La strategia proposta dal leader di Azione punta a ribaltare il paradigma degli ultimi decenni: l’Europa non deve più essere un vassallo né di Mosca né di Washington. Con un’economia tra le più forti al mondo, il Vecchio Continente ha il potenziale per affermarsi come potenza autonoma, ma servono scelte politiche coraggiose e tempestive.
“L’Europa è la terza potenza del mondo. Bisogna che lo diventi davvero e che faccia una politica di potenza”. Il tutto come riportato da quotidiano.net
La mobilitazione di ieri ha mostrato che una parte dell’opinione pubblica è pronta a sostenere questa svolta. Resta da vedere se le istituzioni europee sapranno raccogliere la sfida e trasformare queste proposte in realtà.