Davide Tabarelli di Nomisma Energia prevede un calo nelle bollette di luce e gas.
Le bollette di luce e gas in Italia sembrano destinate a un’imminente leggerezza, secondo le anticipazioni fornite da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
In un’intervista rilasciata all’Ansa, Tabarelli ha sottolineato come, grazie al calo registrato nel mese di febbraio, le famiglie italiane potranno beneficiare di un risparmio medio annuo di 76 euro per il gas e di 50 euro per l’energia elettrica.
Queste stime giungono proprio alla vigilia dell’annuncio ufficiale da parte dell’Arera sulle tariffe del metano di febbraio per gli utenti vulnerabili, dopo la chiusura del mercato tutelato lo scorso 10 gennaio.
Un mercato in evoluzione: calano le bollette di luce e gas
Le dinamiche dietro queste previsioni di calo dei prezzi sono molteplici e riconducibili principalmente al contesto internazionale del mercato energetico. “Come al solito, da ricondurre al mercato internazionale dove la crisi del gas è dimenticata, le scorte sono altissime, la domanda è bassa grazie anche alle rinnovabili e al nucleare francese“, ha spiegato Tabarelli.
Inoltre, le stime per l’elettricità sono ancora più ottimistiche, prevedendo un taglio dell’8% grazie al servizio di maggiore tutela che resterà attivo fino a luglio 2024 per i clienti domestici non vulnerabili.
Tuttavia, non mancano le note dolenti: l’Unione Nazionale Consumatori ha infatti sottolineato come, nonostante il calo, le bollette restino onerose, segnalando un aumento del +11,5% rispetto al 2021 e del +44,5% sul 2020 per l’energia elettrica.
Il nuovo calcolo per le famiglie vulnerabili
Un’attenzione particolare è stata dedicata alle famiglie vulnerabili, per le quali il calcolo del consumo medio annuo è stato rivisto: si passa da 1.400 a 1.100 metri cubi per il gas e da 2.700 a 2.000 chilowattora per l’elettricità.
Questa categoria include individui in condizioni economicamente svantaggiate, soggetti con disabilità, residenti in strutture abitative di emergenza dopo eventi calamitosi o anziani oltre i 75 anni di età. La revisione dei consumi medi riflette la realtà di famiglie spesso composte da pensionati o, comunque, da nuclei che, per ovvie ragioni di povertà, tendono a consumare meno.