Lo Spid viene portato avanti fino alla fine del 2024, ma in futuro il sistema potrebbe essere spento e sostituito.
Lo Spid rappresenta l’identità digitale con cui 34 milioni di italiani accedono ai servizi della pubblica amministrazione. Con uno stanziamento di 40 milioni di euro, il governo Meloni riesce a salvare il sistema che resterà attivo fino al 2024.
I piani dell’esecutivo però non puntano alla sua permanenza: in futuro potrebbe essere sostituito con la Carta d’identità elettronica.
Le trattative tra aziende e Stato
Nei mesi precedenti, le aziende che gestiscono lo Spid avevano chiesto un adeguamento dei compensi a seguito dell’aumento del numero di utenti attivi. In caso di mancanza di un accordo, però, l’identità digitale avrebbe rischiato di saltare improvvisamente.
Per evitare ciò, il governo di Giorgia Meloni ha deciso di stanziare 40 milioni di euro (vicini ai 50 richiesti dalle aziende), garantendo l’attività del servizio fino alla fine del 2024, attendendo la discussione in Aula che si terrà il 12 aprile.
La sostituzione con la Cie
Tuttavia, il piano dell’esecutivo resta quello di spegnere lo Spid in futuro, puntando alla sua sostituzione con la Carta d’identità elettronica. Attualmente la Cie è molto diffusa dai cittadini italiani, ma molto meno utilizzata dai privati, quindi la sostituzione o l’integrazione dei due servizi sembra essere una vera esigenza.
Spesso si è parlato della necessità di avere una identità digitale unica a livello nazionale, gestita dallo Stato. Recentemente la Cie ha permesso di utilizzare i livelli di sicurezza 1 e 2 dell’identità digitale, per cui non sarà necessario avere sempre a portata di mano una tessera, un lettore di smart card per il pc o uno smartphone con tecnologica Nfc.
A livello pubblico, la Cie fornirebbe un vantaggio in quanto la spesa ricadrebbe sui cittadini: quando la si richiede al Comune, il costo è di circa 20 euro. Per gli utenti, un lato negativo sono le tempistiche riscontrate per ricevere la Cie, in alcuni casi, fino a sei mesi. A giugno, secondo il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, sarà chiarito il progetto dell’esecutivo per arrivare a un’identità pubblica digitale.