Carabiniere si toglie la vita in caserma: mistero sulla pistola d’ordinanza

Carabiniere si toglie la vita in caserma: mistero sulla pistola d’ordinanza

Un carabiniere trovato morto nella caserma di Messina con la pistola d’ordinanza accanto: diversi gli interrogativi dietro questo gesto.

La città di Messina è sconvolta per la tragica notizia del suicidio di un carabiniere di cinquanta anni, avvenuto all’interno del comando Interregionale Culquaber.

Il corpo senza vita del militare è stato trovato nella caserma, come riportato da Fanpage.it, accanto alla sua pistola d’ordinanza.

Un carabiniere trovato morto in caserma: la dinamica dei fatti

Il dramma si è consumato nella serata di venerdì, 24 maggio, quando il Carabiniere era uscito di casa, dove viveva con la moglie, per fare delle compere e non ha più fatto ritorno.

Preoccupata per il mancato rientro del marito, la moglie dell’uomo di 50 anni ha dato l’allarme chiamando colleghi e amici di famiglia.

Dopo alcune ore di ricerca, il corpo del carabiniere è stato trovato all’interno della caserma, purtroppo ormai senza vita. La salma è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria presso l’ospedale Papardo di Messina.

Il suicidio in Italia: un fenomeno preoccupante

Questo caso arriva in concomitanza con il suicidio del rettore della Cattolica di Milano, riaccendendo il focus su un trend preoccupante in Italia.

Ogni anno in Italia si registrano circa 4000 morti per suicidio. Secondo i dati ISTAT della “Indagine sulle cause di morte”, nel 2016 si sono tolte la vita 3780 persone.

Di questi, il 78,8% erano uomini, con un tasso di mortalità per suicidio di 11,8 per 100.000 abitanti tra gli uomini e 3,0 per 100.000 tra le donne.

Questi dati mettono in luce un fenomeno particolarmente preoccupante, che colpisce maggiormente il sesso maschile. I tassi di mortalità per suicidio sono più elevati nel Nord Italia, con particolare incidenza nelle regioni del Nord-Est.

Invece, i tassi più bassi si registrano nel Sud-Italia. Inoltre, i tassi di suicidio tra gli uomini sono inversamente proporzionali alla densità di popolazione, suggerendo una maggiore vulnerabilità agli effetti di fattori sociali ed economici negativi in aree a bassa densità.