Lo storico, saggista e docente Franco Cardini ha commentato la proposta di sanzionare il patriarca di Mosca, Kirill, in seguito all’invasione russa.
La Commissione dell’Unione europea ha proposto di includere anche il patriarca di Mosca, Kirill, tra le figure da sanzionare per l’invasione dell’Ucraina da parte del Paese di Vladimir Putin. Il dibattito è cocente, e molti oligarchi russi sono stati sanzionati a causa della loro vicinanza con Putin. Da ciò, Kirill potrebbe finire nel mirino della Nato. Ma lo storico, saggista e docente Franco Cardini non è d’accordo.
Le parole dello storico
In una lunga intervista all’Agi, Cardini ha parlato del fatto che sanzionare il patriarca russo sarebbe una pessima idea. “Se quello che vogliamo è dichiarare la guerra totale alla Russia, le sanzioni a Kirill dopo aver vietato la lettura di Guerra e Pace, continuiamo a farci del male se non a coprirsi di ridicolo” ha commentato l’esperto di storia delle religioni Cardini.
“Le contraddizioni emerse, le divergenze anche non vanno cristallizzate come irrisolvibili: valori di tipo religioso vanno misurati su durate più lunghe e seguendo schemi diversi” ha commentato Cardini. Stando allo studioso di storia delle religioni, nella difficile situazione della guerra in Ucraina, così come in merito a temi di teologia morale, la Chiesa cattolica è in una posizione complessa. Da un lato, si trova il mondo riformato. Dall’altro, le chiese ortodosse orientali.
Lo storico ha inoltre evidenziato che “si tratta di un sentiero scivoloso e ambiguo”, da ciò “bisogna andarci molto cauti”. In una situazione tosta come questa, “un passo falso va concesso al nostro interlocutore, anche perché in fondo siamo tutti suscettibili”. Ma in merito al rischio di uno “Scontro di civiltà”, Cardini ha risposto in modo categorico, dicendo che “non è così”.
Stando allo storico, “le civiltà si integrano a vicenda, e grazie a dio diventano meticce ad ogni cambio generazionale”. Da ciò, nel momento in cui emergono conflitti di cultura “è in modo parziale e provvisorio”. Dunque, “non c’è da stupirsi che affiorino in tempi di guerra, anzi è il momento migliore per farli emergere per poi superarli”.