Il leader di Azione Carlo Calenda sulla deindustrializzazione in Italia ed in particolare il caso Stellantis. L’attacco anche alla politica.
In una lunga intervista a Il Messaggero, Carlo Calenda, leader di Azione, ha avuto modo di soffermarsi su alcuni argomenti molto caldi dell’attualità italiana, non solo politica ma, in generale, imprenditoriale. L’uomo si è concentrato sul caso Stellantis e su alcune mosse attuate negli ultimi anni.
Carlo Calenda, le parole su Stellantis
Sottolineando la sua posizione rispetto al proceddo di deindustrializzazione e il ruolo di determinati gruppi economici, Calenda ha subito affermato: “Io credo che questo discorso debba riguardare anzitutto Stellantis. Quella di questo gruppo è una storia allucinante. Sia per le dimensioni della vicenda sia per l’omertà della sinistra e del sindacato”.
Entrando nel dettaglio, il leader di Azione ha spiegato: “Dopo la morte di Sergio Marchionne, John Elkann ha cominciato a vendere le attività, innanzitutto la Magneti Marelli. L’ha ceduta durante il governo Conte a una società giapponese, super-indebitata, di proprietà di un fondo. All’epoca, chiesi al governo d’intervenire bloccando la vendita attraverso il golden power. Ma Conte decise di non farlo”.
Una situazione della quale a farne le spese è tutto il Sistema Italia: “Sì, basta guardare la situazione degli stabilimenti Stellantis francesi rispetto a quelli italiani. Quelli francesi sono tutti pronti per i motori elettrici, di quelli italiani soltanto uno è al passo con i tempi. In Francia, si registrano dieci volte i brevetti Stellantis rispetto a quanti se ne registrano in Italia. Le fabbriche italiane, a cominciare da Mirafiori, si vanno desertificando”.
“Non è più italiana”
Tra i passaggi più forti dell’intervista, Calenda ha spiegato che “di italiano la ex Fiat non ha più nulla. Dobbiamo avere consapevolezza di questo dato di fatto”.
Poi, anche la rivelazione: “Sono in possesso di una lettera che Stellantis ha inviato ai fornitori italiani, decantando le opportunità di spostare gli investimenti in Marocco dove il gruppo di Elkann è già presente in maniera massiccia. Oltre alla lettera, hanno inviato un depliant del governo marocchino che esalta le facilitazioni per l’industria dell’automotive in quel Paese […]”.
Di fatto, per Calenda “la fuga dall’Italia continua sempre di più”.
Il ruolo della politica
In questo senso, a giocare un ruolo importante è la politica. “La morale è l’irresponsabilità di un capitalismo che usa l’Italia a proprio piacimento. Anzi, è più di questo. Durante il Conte 2, Fca riceve una garanzia pubblica di 6,3 miliardi, per consentire agli azionisti di pagarsi un dividendo in Olanda da 3,9 miliardi di euro. E di fatto vendere la ex Fiat a Peugeot. Questi sono capitalisti che si fanno gli affari loro. Se ne infischiano dell’Italia e sono stati favoriti da una politica debole e compiacente”.