Caro affitti, ritirato l’emendamento sugli alloggi degli studenti

Caro affitti, ritirato l’emendamento sugli alloggi degli studenti

Il governo sposta l’emendamento nel decreto su enti pubblici e solidarietà sociale, per maggiore attinenza di materie.

Il governo Meloni ha deciso di ritirare l’emendamento che sbloccava i 660 milioni per gli alloggi degli studenti, spostandolo nel decreto-legge n. 51/2023 su enti pubblici e solidarietà sociale. Ad annunciarlo è il Mur (Ministero dell’Università), che spiega la scelta per una maggiore attinenza materiale tra la proposta e il decreto.

Caro affitti, emendamento governo Meloni

In un primo momento la proposta di modifica era stata presentata nel decreto Pubblica amministrazione, ma in questo modo si rischiava che il decreto venisse dichiarato inammissibile per estraneità di materia. “Resta quindi assolutamente confermata la volontà del Governo di procedere con le risorse per l’housing universitario”, assicura il sito del Mur.

Ritiro dell’emendamento: “Brutto segnale”

Non mancano le critiche da parte dell’opposizione sulla decisione del governo Meloni di ritirare l’emendamento approvato giovedì scorso in Cdm. “Il governo Meloni è riuscito a fare l`impensabile e a collezionare un`altra clamorosa figuraccia”, dichiara sui social il presidente dei deputati Cinque Stelle, Francesco Silvestri.

“Un brutto segnale per gli studenti fuorisede e le loro famiglie che da settimane chiedono nuove misure per contenere i prezzi alle stelle di case e posti letto in affitto. Ora ci aspettiamo che il governo ripresenti quanto prima questo emendamento”, afferma invece Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione. 

Infine esordisce Simona Bonafè, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, criticando questo dietrofront. “Troppo facile e troppo demagogico annunciare, in piena campagna elettorale, un provvedimento per nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti quando sono sorte come funghi migliaia di tende davanti alle università e una volta archiviato il voto popolare, ritirare il testo dal decreto”.