Cartone Ondulato: il caso del Cartello Italiano
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Direttore: Alessandro Plateroti

Cartone Ondulato: il caso del Cartello Italiano

Luisa Capitanio

Cartone ondulato: dalle prime stime riguardanti i rimborsi alle imprese danneggiate arriveranno oltre 2 miliardi di euro.


Si profilano rimborsi dai cartellisti fino al 20% o più del costo sostenuto. L’Antitrust nel 2019 aveva sanzionato 34 aziende produttrici. L’azione risarcitoria sarà portata davanti al Tribunale di Milano.
Sono trascorsi cinque anni dalla sentenza dell’Antitrust che ha condannato ben 34 produttori di fogli e di scatole in cartone ondulato.

Per le aziende italiane che hanno acquistato questo tipo di materiali a fronte del sovrapprezzo pagato si profila ora la possibilità di ottenere un rimborso dai cartellisti fino al 20% o più di quanto pagato e recuperare i danni subiti. Nel 2019 ben 34 aziende sono state sanzionate, e sebbene le decisioni dell’Antitrust siano state impugnate, i recenti giudizi hanno confermato l’impianto accusatorio e le sanzioni.

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L’azione risarcitoria sarà portata avanti dal Tribunale di Milano, considerato il più specializzato nelle controversie in materia di danni da antitrust.

Luisa Capitanio
Luisa Capitanio

Secondo unilegion, che in Italia ha intrapreso l’azione collettiva contro il cartello, in virtù della propria specializzazione, la filiera alimentare italiana, che comprende produttori, industria, grande distribuzione e aziende del canale Horeca, è tra le più colpite. Al momento unilegion sta raccogliendo l’adesione di numerose aziende, anche grazie al supporto di associazioni di categoria e consorzi. Sono oltre 150 le realtà italiane che hanno aderito al progetto di unilegion per un giro d’affari annuo di oltre 6 miliardi di €, di queste 72% appartengono al settore del Food & Beverage.
Il settore dell’agroalimentare, che comprende ortofrutta, prodotti freschi e lavorati, bevande, pesce, carni e pollame, è quello più colpito dal cartello in quanto rappresenta il maggior mercato di sbocco per il cartone ondulato, che viene usato come imballaggio principale (60,5%). Se poi si considera che le imprese sanzionate sono per lo più di grandi dimensioni e rappresentano la quasi totalità dei produttori di cartone ondulato presenti a livello nazionale (con una quota di mercato fino al 90%) l’estensione del danno è comunque facilmente riconducibile all’intera filiera.

Anche il settore Non-Food, che rappresenta circa il 40% del mercato di sbocco del cartone ondulato, è rimasto fortemente danneggiato. Pertanto, gli operatori dell’industria degli elettrodomestici, di quella metalmeccanica, farmaceutica, cosmetica, dell’igiene, così come il settore dell’edilizia e dell’arredamento avrebbero diritto a sostanziali richieste risarcitorie. Potenzialmente ammontano a oltre 2 miliardi i rimborsi che spettano alle imprese secondo quanto stimato da ACIS (Associazione Italiana Scatolifici).
Secondo quanto emerge da un’indagine di mercato realizzata da unilegion, su un campione di oltre 7000 aziende italiane appartenenti a diversi settori (chimico, farmaceutico, cosmetico ceramico, componentistica e arredo) le aziende che acquistano scatole di cartone che ad oggi hanno intentato azioni legali sono meno del 33%. Secondo l’indagine sono quasi prevalentemente solo le grandi aziende con oltre 100 mil. di fatturato (che rappresentano una quota molto rilevante del 33% del campione) che hanno fatto ricorso contro il cartello del cartone ondulato mentre le PMI (67%), in particolare, risultano meno propense a far valere il loro diritto al risarcimento. Ciò a causa della scarsa conoscenza dello strumento della class action e dunque spaventate dall’idea di dover assumere in proprio tutti i costi ed i rischi.
L’ Azione legale collettiva è infatti la via più sicura ed efficace per ottenere i risultati sperati. Chi ha aderito alla class action e coloro che decideranno di aderire non dovranno anticipare alcuna somma: è, infatti, unilegion ad assumersi tutti i costi associati al contenzioso, comprese le spese legali, le spese per gli economisti della concorrenza, le spese processuali ed ogni altra spesa necessaria. Solo ed esclusivamente in caso di vittoria, detratta la parte di spese eventualmente non coperta dalla controparte, la società percepirà una provvigione sull’importo recuperato.

«L’importo del sovrapprezzo pagato varia a seconda dei casi, ma è stimabile tra il 10 e il 20% o più del prezzo di acquisto corrisposto per i prodotti oggetto del cartello» spiega – Luisa Capitanio Country Manager per l’Italia di unilegion. Inoltre, quando si scopre come in questo caso che il cartello si è protratto per un lungo periodo di tempo, vanno aggiunti gli interessi maturati, la rivalutazione monetaria e il mancato profitto (lucro cessante) che può arrivare fino al + 50% del danno originario. A titolo esemplificativo, quindi, un’azienda che abbia acquistato scatole di cartone per un volume di 500.000 euro all’anno per 14 anni (dal 2004 al 2017), per un totale di 7 milioni di euro, pagando un sovrapprezzo indicativo del 15% potrebbe anche ricevere fino a 1,5 milioni di euro di risarcimento, o più».
Data la complessità e la rilevanza degli interessi in gioco non è consigliabile agire da soli nei confronti dei fornitori sanzionati ma è preferibile aderire ad un’azione collettiva specialmente se il rapporto di fornitura è ancora in essere. L’azione necessita infatti del coinvolgimento di specialisti che operano nel settore legale (contenzioso, ed antitrust), analisti economico-finanziari ed esperti nella quantificazione dei danni. In Italia la società ha stretto un accordo di collaborazione con lo studio legale Trevisan & Cuonzo, leader nel contenzioso ad alta complessità tecnica, e l’avvocato Nicolò Manzini professionista del contenzioso commerciale con particolare riguardo di danni da Antitrust. Per la consulenza economica unilegion si appoggia invece a Charles Rivers Associates (CRA).

“Un’azione collettiva – sottolinea Luisa Capitanio- permette alle parti coinvolte di far valere i propri diritti con maggiore forza, le rivendicazioni di più aziende che congiuntamente si aggregano in un’azione collettiva consente di ottenere anche maggiori risultati. E questo sta accadendo anche in Italia – conclude Capitanio, ma se però nessuno dei danneggiati si fa avanti per chiedere il rimborso, è possibile che in futuro si verifichi un reiteramento della condotta sleale»

Negli ultimi anni, i requisiti legali per l’applicazione dei reclami antitrust sono stati notevolmente migliorati, anche su iniziativa della Commissione Europea. A tal fine, in molti Stati membri dell’UE si è sviluppata una prassi decisionale che conferma ampiamente il diritto al risarcimento delle parti danneggiate.
Per aderire alla class action è sufficiente che le aziende firmino un accordo di partecipazione e forniscano le fatture delle scatole di cartone acquistate durante il periodo del cartello. Per maggiori informazioni si rimanda alla landing page dedicata https://www.unilegion-cartone-ondulato-classaction.it.
unilegion GmbH è una società leader in Europa specializzata nell’organizzazione e gestione di azioni legali collettive. Grazie all’esperienza e al proprio track record, offre la possibilità alle aziende di unire le forze e ottenere giustizia. Lavora in collaborazione con rinomati studi legali e di economisti della concorrenza per garantire la migliore applicazione delle richieste dei propri clienti. La sede centrale è a Monaco di Baviera, ma il team opera in tutta l’Unione Europea, soprattutto in Germania, Francia e Italia. Attualmente unilegion è impegnata in varie altre class action: il Cartello dei camion (circa 800 aziende aderenti da 5 stati UE), un’azione legale collettiva con oltre 200 milioni di euro di danni contro il cartello dei camion a livello europeo e il Cartello dei pesticidi che vede interessati oltre 3.000 agricoltori colpiti dal cartello dei grossisti tedeschi nel settore dei pesticidi (la causa ha un volume calcolato di danni pari a circa 150 milioni di euro).

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ultimo aggiornamento: 1 Luglio 2024 9:22

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