Probabilmente si ricorrerà al Superbonus per la popolazione che ne ha veramente bisogno per rendere la propria casa green.
La direttiva europea sulle case green prevede obbligo di ristrutturazione per circa il 74% delle famiglie italiane, che porterebbe ad una spesa di miliardi per gli italiani. Per questo, sui lavori di adeguamento per contrastare crisi energetica ed inquinamento, si parla di fondi Ue da stanziare a questo scopo. U quadro di incentivi che si teme possano non essere abbastanza per coprire tutte le spese.
Il testo è ancora sul tavolo dell’Ue per essere definito al dettaglio. Intanto sono suscitate polemiche sui costi che queste ristrutturazioni comporteranno ai proprietari, ma Fitto assicura che sarà mitigato “un quadro di incentivi predisposto dagli Stati con il sostegno dell’Ue”. Dove non arriverà l’Ue, interverrà il governo.
Chi dovrà ristrutturare?
Ma andiamo per gradi. Chiariamo che verranno ridefinite le classi energetiche, per cui non tuti gli edifici attualmente di classe G verranno colpiti dalle norme Ue. La Commissione europea sposterà nella classe G solo il 15% degli edifici che hanno le prestazioni peggiori su scala nazionale. Sarebbero così ristrutturati per passare almeno alla classe F entro il 2030, e dunque dalla F almeno alla E entro il 2033.
Quindi, sulla base della ridefinizione delle classi, possiamo appurare che rientrano tra i 3,1 ai 3,7 milioni (sui 12,2 milioni di immobili residenziali) gli edifici che dovranno essere riqualificati in Italia entro il 2033. Tuttavia, la direttiva green non vale per i centri storici, le seconde case, i piccoli immobili di campagna e tante altre categorie che gli Stati membri saranno liberi di definire in maniera più o meno restrittiva.
Per cui vengono lasciati fuori dall’obbligo di ristrutturazione: edifici con particolare valore architettonico o storico, luoghi di culto e per lo svolgimento di attività religiose, fabbricati con un tempo di utilizzo fino a due anni, siti industriali, officine ed edifici agricoli non residenziali a basso fabbisogno energetico, edifici residenziali usati meno di quattro mesi all’anno, e fabbricati indipendenti con una superficie utile cinferiore a 50 quadri.