Caso Pantani, clamorosa svolta: ecco cosa hanno visto due agenti

Caso Pantani, clamorosa svolta: ecco cosa hanno visto due agenti

Morte di Marco Pantani: due agenti della scientifica dichiarano di aver visto altre persone entrare nella stanza prima di loro.

La morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004, continua a sollevare domande inquietanti. A distanza di vent’anni, una nuova rivelazione da parte di due agenti della polizia scientifica getta luce su una grave anomalia nelle prime fasi dell’indagine.

I poliziotti hanno dichiarato davanti al magistrato della Procura di Trento di aver visto entrare altre persone nella sua stanza prima di loro, sollevando dubbi sulla correttezza delle procedure seguite quel giorno.

Marco Pantani

Caso Pantani: l’ingresso di persone prima della scientifica

Secondo quanto riferito dai due agenti, come riportato da Notizie.virgilio.it, immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Marco Pantani, fu loro chiesto di aspettare fuori dalla stanza.

Ci diedero disposizioni affinché io e il mio collega aspettassimo fuori. Prima entrarono altri nella camera dove morì Marco Pantani“, ha raccontato uno degli agenti, come riportato dall’agenzia LaPresse.

Questa circostanza solleva interrogativi pesanti sulla gestione della scena del crimine. “La cosa mi parve strana in quanto sulla scena del fatto su cui si indaga, a mio parere, per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati“, ha aggiunto il poliziotto.

Le indagini della Procura e i legami con la Camorra

Oltre alle nuove testimonianze sulla gestione della scena del crimine, l’indagine della Procura di Trento si concentra su un altro capitolo oscuro della vita di Pantani: la sua squalifica dal Giro d’Italia del 1999.

In particolare, l’attenzione degli inquirenti è rivolta al controllo antidoping effettuato il 5 giugno di quell’anno, poco prima della tappa di Madonna di Campiglio.

L’atleta, che era in testa alla classifica generale con un ampio vantaggio, venne estromesso dalla corsa per un valore di ematocrito superiore al limite consentito. Tuttavia, si sospetta che il campione prelevato quel giorno possa essere stato manomesso.

Secondo quanto emerso, dietro la squalifica potrebbero esserci state pressioni da parte della Camorra, interessata a evitare ingenti perdite legate alle scommesse clandestine.

Il clan dei Casalesi, in particolare, avrebbe avuto un ruolo nel sabotaggio del ciclista per proteggere i propri interessi economici.