Caso Regeni, Matteo Renzi si difende in aula: “Non potevamo fare di più”

Caso Regeni, Matteo Renzi si difende in aula: “Non potevamo fare di più”

Al processo per l’omicidio di Giulio Regeni, Matteo Renzi difende l’operato del suo governo e ricostruisce gli eventi. Ecco cosa ha detto.

Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio e attuale leader di Italia Viva, è stato ascoltato come testimone nel processo riguardante l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016.

Nel corso dell’udienza, il leader di Italia Viva ha ricostruito le azioni intraprese dal suo governo all’epoca dei fatti, sostenendo che: “L’Italia non poteva fare di più di quello che ha fatto“.

Giulio Regeni

La convinzione di Renzi di aver fatto tutto il possibile

Nonostante le critiche e i dubbi sollevati sulla gestione del caso, come riportato da Fanpage.it, Matteo Renzi si è detto convinto che l’Italia abbia agito con decisione e trasparenza.

Possiamo essere orgogliosi perché come italiani non abbiamo messo il business al primo posto. Altri si sono comportati in maniera diversa“, ha affermato.

Riflettendo sul contesto in cui si trovava il suo governo, l’ex premier ha ribadito che le informazioni a sua disposizione all’epoca non permettevano di agire diversamente.

Certo, se avessi capito subito il 25 che la situazione era quella, avremmo potuto fare quello che abbiamo fatto il 31. Ma, con sincerità, non credo si potesse fare di più“, ha spiegato.

Infine, ha criticato il comportamento del governo britannico e dell’università inglese presso cui Giulio Regeni studiava, accusandoli di non aver collaborato a sufficienza per far emergere la verità.

L’Italia non poteva fare di più, non abbiamo messo le relazioni diplomatiche davanti alla morte di un cittadino italiano ed è chiaro che la morte di Giulio Regeni è avvenuta per mano egiziana“, ha dichiarato.

La ricostruzione dei fatti sul caso Regeni

Matteo Renzi, all’epoca dei fatti alla guida del governo, ha sottolineato come l’omicidio di Giulio Regeni sia stato un evento “terribile ed inaccettabile“.

Il leader di Italia Viva ha dichiarato in aula che il suo governo reagì prontamente, richiamando l’ambasciatore italiano dall’Egitto come segno di protesta e avviando tutti i possibili canali diplomatici.

Fu un fatto sconvolgente. La prima reazione fu da padre. Vorrei esprimere la mia vicinanza alla famiglia che si trova un ragazzo ucciso e ucciso in quel modo“, ha detto Renzi.

Ricostruendo il caso, il leader di Italia Viva ha raccontato di aver avuto diverse telefonate con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi tra febbraio e marzo 2016, in cui chiese “totale collaborazione“.

Tuttavia, nonostante le rassicurazioni ricevute, ha espresso la sua delusione per la mancata trasparenza delle autorità egiziane.

Io dopo la tragica vicenda di Giulio ho incontrato Al Sisi al G20 in Cina nel settembre del 2016. Lo incontrai per esprimere delusione“, conclude.