Caso Salis, Tajani: “Cosa dico a chi grida ‘Riportate Ilaria in Italia!'”

Caso Salis, Tajani: “Cosa dico a chi grida ‘Riportate Ilaria in Italia!'”

La risposta di Antonio Tajani sul complesso caso legato a Ilaria Salis, detenuta in Ungheria in condizioni pessime.

Il caso di Ilaria Salis sta facendo molto discutere nelle ultime settimane. La donna è apparsa in tribunale a Budapest detenuta in modo atroce. A conferma delle pessime condizioni della insegnante, anche le accuse del padre e le stesse dichiarazioni della diretta interessata. Dell’argomento ha parlato Antonio Tajani, ministro degli Esteri, alla Camera spiegando quale sia la situazione attuale.

Antonio Tajani

Caso Salis, parla Tajani

Intervenuto alla Camera, il ministro degli Esterni Tajani ha subito esordito in relazione al caso di Ilaria Salis: “L’Italia è la culla del diritto, la patria di Cesare Beccaria. L’azione del Governo è sempre orientata al rispetto ed alla tutela del diritto nazionale, internazionale e comunitario. Il garantismo ispira il nostro agire per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei detenuti. Pregiudicati o incensurati, in attesa di giudizio o condannati per noi ciò che conta è sempre la tutela della dignità della persona. Questi i principi ed i valori che ci guidano”.

In questo senso, Tajani ha ribadito che l’Italia sia sia mossa fin da subito sul caso. “La vicenda di Ilaria Salis rientra nei 2400 casi di connazionali detenuti all’estero. Per loro ci adoperiamo per fornire assistenza e garantire il rispetto di dignità e diritti fondamentali. Così abbiamo fatto sin dal primo giorno, da prima che diventasse oggetto di polemiche politiche”.

La detenzione e il giudizio in Ungheria

Tajani ha voluto precisare alcuni dettagli del caso sottolineando come la giustizia italiana non possa intervenire prima del giudizio di quella ungherese.

Il suo legale non ha presentato domanda di misure cautelari alternative al carcere in Ungheria, contrariamente a quanto era stato suggerito dal ministro Nordio”, ha detto il ministro.

Poi, rivolgendosi a tutti coloro che hanno criticato l’operato dell’Italia e del Governo su questo caso: “A chi grida ‘Riportate Ilaria in Italia!’, chiederei a quale soluzione stia pensando. Siamo pronti ad accettare suggerimenti. L’unica per noi percorribile, per un reato commesso in uno Stato membro dell’Unione europea, è quella delle regole. E le regole europee prevedono che per chiedere gli arresti domiciliari in Italia, devi prima chiederli e ottenerli nel Paese che esercita la giurisdizione“.