Il premier Giuseppe Conte pronto a comunicare ai due vicepremier la sua decisione sul caso Siri: intanto proseguono le valutazioni del premier che assicura: Se saranno dimissioni saprò come farlo scollare dalla sedia.
Si avvicina il momento del giudizio per Armando Siri, con il premier Conte che nel corso delle prossime quarantotto ore circa comunicherà la sua decisione sulle dimissioni del sottosegretario leghista.
Al momento il numero uno del governo italiano si è limitato a fare da paciere nella grande bagarre tra Salvini e Di Maio, ormai in piena campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee. Proprio per questo motivo ogni decisione rischia di pesare più del dovuto. Anche quella sul caso Siri.
Luigi Di Maio in pressing su Giuseppe Conte: Armando Siri si deve dimettere
Il Movimento Cinque Stelle pretende le dimissioni di Siri, ha sospetti sulla posizione di Matteo Salvini e si affida pienamente al premier Conte perché nel governo viga la trasparenza e l’onestà. Tradotto, Armando Siri deve dimettersi.
Lega: No a processi fuori dai Tribunali
Il clima è ovviamente differente in Casa Lega dove ricordano che in Italia si è innocenti fino a prova contraria, e la prova è la sentenza dei giudici. Inoltre Matteo Salvini, leader del Carroccio, ha provveduto a esasperare gli animi tirando in ballo, in diverse occasioni, il nome di Virginia Raggi.
Giuseppe Conte: Caso Siri deve essere inserito nel contesto della fiducia tra il popolo e le istituzioni
Tra i due litiganti… c’è il premier Conte, volato in Cina per il secondo Forum sulla Via della Seta e chiamato martedì a presiedere un Consiglio dei Ministri che si preannuncia infuocato.
“Se la mia determinazione andrà nella direzione delle dimissioni, troverò il modo di scollarlo dalla poltrona”
“Si possono avere vari giudizi di questo governo, ma non ci sarebbe stato il 4 marzo se non ci fosse stata una frattura tra le élite politiche e il popolo, se i cittadini non avessero perso la fiducia verso le istituzioni. In questo contesto deve essere inserito anche il mio ruolo sul caso Siri”.