Caso Yara Gambirasio, clamoroso: arriva la richiesta, Bossetti si oppone
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso Yara Gambirasio, clamoroso: arriva la richiesta, Bossetti si oppone

funerali Yara Gambirasio

La Procura di Venezia chiede l’archiviazione per la pm nel caso Yara Gambirasio, sostenendo la solidità della prova del DNA.

Il procuratore aggiunto di Venezia, ha chiesto l’archiviazione nei confronti del pm, che ha coordinato le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio e portato alla condanna di Massimo Bossetti all’ergastolo. La decisione è stata riferita dall’Adnkronos. Bossetti, attraverso il suo difensore, si è opposto. La decisione finale sarà presa dal gip il 17 luglio.

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Il contesto dell’Indagine sulla pm Ruggeri

La pm è stata indagata in seguito all’archiviazione da parte del gip nei confronti del presidente della Corte d’Assise e di una funzionaria dell’ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo. Bossetti aveva presentato una denuncia per frode processuale e depistaggio, contestando lo stato di conservazione dei 54 campioni di DNA trasferiti dal San Raffaele di Milano all’ufficio corpi di reato a Bergamo.

Secondo l’articolo 86 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, la cancelleria provvede alla vendita delle cose confiscate, salvo specifiche destinazioni, o alla loro distruzione se la vendita non è opportuna. Tuttavia, nessun grado di giudizio ha disposto la destinazione dei reperti dell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. Solo in primo grado la Corte d’Assise ha disposto la restituzione di alcuni oggetti sequestrati a Bossetti.

Il 5 novembre 2018 e ancora l’11 marzo 2019, sei mesi dopo la sentenza definitiva del 12 ottobre 2018, i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo hanno chiesto al pm cosa fare dei reperti dell’indagine. Nel 2013, 54 campioni di DNA residui erano stati inviati al San Raffaele di Milano per tentare di ricostruire il genoma completo di Ignoto 1.

Il pm ha chiesto l’autorizzazione a depositare i reperti e le 54 provette all’ufficio Corpi di reato. Il tribunale ha dato il via libera al deposito il 18 settembre 2019. Le provette sono state trasferite dai carabinieri il 21 novembre e depositate il 2 dicembre. La confisca è stata firmata dal presidente della sezione penale il 15 gennaio 2020.

L’opposizione di Bossetti alla richiesta di archiviazione

Bossetti, tramite il suo difensore, sostiene che la pm ha agito consapevolmente per rendere i reperti biologici inservibili per nuove indagini. La richiesta di nuove analisi è stata sempre respinta. la dfiesa accusa la pm di aver distrutto i campioni, provvedimento riservato al giudice, citando una frase della pm: “Abbiamo chiesto che non gli sia consentito di accedere a questi reperti, né ora né mai, né per la revisione né per niente altro“. Come ripreso da bergamo.corriere.it

Nella richiesta di archiviazione, il procuratore aggiunto ha dichiarato che la pm ha agito correttamente e senza ansia di distruzione. La prova scientifica su cui si fonda la condanna di Bossetti è solida e non può essere inficiata da accertamenti successivi. La procuratrice ha affermato che non vi è alcun interesse del pm a sottrarre i reperti ad ulteriori accertamenti.

La decisione finale sull’archiviazione della pm spetterà al gip. La difesa di Bossetti continua a contestare la gestione dei reperti, mentre la Procura di Venezia ribadisce la correttezza delle operazioni svolte dalla pm. La solidità della prova del DNA rimane un punto fermo per la Procura, che vede il caso come risolto.

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ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2024 14:14

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