Schettino vuole un nuovo processo sul naufragio della Concordia. Richiesta la revisione della sentenza.
ROMA – Il comandante Schettino ha richiesto un nuovo processo sul naufragio della Concordia. Come annunciato dal suo legale, il documento con la revisione della sentenza.
Le dichiarazioni sono arrivate nel giorno del nono anniversario di una tragedia che difficilmente sarà dimenticata. Una vicenda che, in caso di via libera alla richiesta dell’avvocato del comandante, potrebbe avere ancora molto da dire. Nelle prossime settimane ci potrebbero essere importanti novità sulla vicenda che continua a tenere banco in Italia.
La sentenza definitiva
Dopo tanta attesa, è arrivata la sentenza definitiva per Francesco Schettino: l’ex comandante è stato condannato a 16 anni e un mese di prigione. “Busso in carcere per costituirmi perché credo nella giustizia“, così Schettino dopo essere venuto a conoscenza del verdetto, comuncatogli dai suoi legali, come riferito dal Messaggero. Si è così concluso il processo riguardante il naufragio della Costa Concordia, tragedia che portò al decesso di 32 persone il 13 gennaio del 2012.
Schettino condannato
La prima udienza davanti ai giudici della Cassazione si era svolta lo scorso 20 aprile. Quel giorno il Sostituto procuratore della Superma Corte, Francesco Salzano, aveva chiesto la conferma della condanna di Schettino: “È stato un naufragio di tali immani proporzioni e connotato da gravissime negligenze e macroscopiche infrazioni delle procedure, che non è possibile concedere attenuanti a Schettino“. Il Pg Salzano aveva chiesto in particolare l’accoglimento del ricorso del Procuratore generale di Firenze, per poter ottenere una pena più severa applicando l’aggravante della previsione dell’evento. Una richiesta che non è stata infine accolta, ma la parte civile si dice soddisfatta, come riferito dall’avvocato Massimiliano Gabrielli. Queste le sue parole riportate da il Fatto Quotidiano: “Resta il rammarico che in carcere vada solo lui. Sul banco degli imputati mancava la compagnia le cui responsabilità non sono state accertate“.