Cazzaniga, il pallavolista truffato: sequestrati conti correnti delle indagate
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Direttore: Alessandro Plateroti

Cazzaniga, il pallavolista truffato: sequestrati conti correnti delle indagate

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Il pallavolista Roberto Cazzaniga è stato truffato da due donne, alle quali sono stati sequestrati i conti correnti.

Un “sequestro preventivo”, avvenuto su conti correnti postali e bancari, già in gran parte “completamente svuotati”, di ben 74.595 euro. Però gli altri 520.000 euro, ovvero quelli regalati, tra il 2008 e il 2016, alla donna mai vista di cui si era follemente innamorato, Roberto Cazzaniga, il 42enne pallavolista brianzolo vittima di un terribile raggiro sentimentale, non li rivedrà più. I reati che sono stati commessi in quel periodo, sui quali indaga la Procura di Monza, sono ormai in prescrizione. Resta però in piedi il reato di truffa, proseguito fino allo scorso anno.

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L’inchiesta

Nella giornata di ieri, giovedì 28 aprile 2022, l’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza è arrivata a una svolta. Il gip Silvia Pansini ha dunque congelato i conti delle due indagate. Una delle indagate è Valeria Satta, una 39enne disoccupata di Cagliari, che rappresentava “la voce” che aveva fatto innamorare perdutamente Roberto dopo essersi dichiarata la modella brasiliana Alessandra Ambrosio. Questa era del tutto ignara del suo coinvolgimento in questa storia. L’altra donna attualmente sotto inchiesta per truffa è Manuela Passero, 33enne di Monza, amica di Roberto. È stata lei a dare il via alla trappola, parlandogli della presunta top model che voleva conoscerlo. L’imbroglio è scattato nel momento in cui Passero ha mostrato al giocatore le foto di “Maya”, ovvero il finto nome della modella.

Le testimonianze

Ascoltati dagli investigatori, gli amici e i genitori del giocatore hanno parlato di ogni passo della truffa. Stando alla madre, Gesuina, suo figlio “era circondato da persone che volutamente gli impedivano che avessimo normali rapporti” con lui. Invece, il padre Gian Paolo, “nel ripensare a quanto successo”, ritiene che “anche la scelta di Roberto di accettare l’offerta di andare a giocare in una squadra così lontana fosse dovuta al fatto di non volere intromissioni”. Ma non solo: “L’incessante bisogno di danaro”, ha proseguito Gian Paolo, era motivato da scuse legate al fatto che “non era pagato abbastanza” e che “aveva investito in fondi arabi”, restando senza contanti. Se la relazione è rimasta puramente telefonica e a distanza, è perché Maya avrebbe detto a Roberto di soffrire di una “grave malattia cardiaca” e di “avere patologie immunodepressive tali da proibire contatti con estranei”.

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La malattia

Stando agli investigatori, la finta malattia di Maya sarebbe lo snodo cruciale della truffa. Il pallavolista ha detto agli inquirenti quanto segue. “Quando provavo ad andare un po’ più a “muso duro” con lei” per chiedere delle spiegazioni, Maya rispondeva “che stava male; io allora, angosciato, mi fermavo. Un giorno il telefono fu preso da sua madre per dirmi che la figlia era svenuta”Addirittura, quando Roberto accennò alla restituzione del denaro, la “voce” di cui si era invaghito gli disse così: “Se sto male è solo per colpa tua e se insisti vado a denunciarti ai carabinieri: stai facendo peggiorare le mie condizioni”.

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ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2022 14:48

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