Caso Cecilia Sala: Roberto Salis riaccende le polemiche attaccando Giorgia Meloni per il mancato sostegno durante la detenzione della figlia.
La recente uscita pubblica di Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, ha sollevato un polverone mediatico, attirando critiche feroci per il confronto tra le vicende della figlia e quella di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran.
In un post sui social, il padre della europarlamentare ha attaccato apertamente la premier Giorgia Meloni. Accusandola di aver dimostrato “poca sensibilità” nei suoi confronti durante il periodo di detenzione della figlia. Ecco le accuse.
Il lungo sfogo del padre di Ilaria Salis
Roberto Salis, come riportato da ll Tempo, ha esordito con una frase destinata a far discutere. “La Presidente Giorgia Meloni ieri ha ricevuto, dopo pochi giorni, i familiari di Cecilia Sala è andata a prendere Chico Forti, un ergastolano, con volo di stato, a me non mi ha mai chiamato“, ha dichiarato. Il paragone tra le due situazioni, tuttavia, risulta quantomeno inappropriato.
La Presidente @GiorgiaMeloni ieri ha ricevuto, dopo pochi giorni, i familiari di @ceciliasala, è andata a prendere Chico Forti, un ergastolano, con volo di stato, a me non mi ha mai chiamato. Giusto per sottolineare la bassa statura da statista del nostro Presidente del Consiglio
— Roberto Salis (@robesalis) January 3, 2025
Se da una parte Cecilia Sala è vittima di un’ingiusta detenzione da parte del regime iraniano per il solo fatto di essere una giornalista sul campo. Dall’altra Ilaria Salis è stata arrestata in Ungheria in circostanze ben diverse, accusata di aver aggredito un attivista politico di destra.
Inoltre l’intervento delle autorità italiane e il rapporto personale tra la premier e Orbán hanno giocato un ruolo fondamentale nel trasferimento in Italia dell’europarlamentare.
Il messaggio per Cecilia Sala
A rendere la vicenda ancora più eclatante è stato l’intervento di Ilaria Salis. L’europarlamentare ha pubblicato un lungo post ripercorrendo il proprio periodo di detenzione in Ungheria.
“Non posso fare a meno di ricordare il periodo in cui anch’io fui messa in isolamento in una prigione di un paese straniero, lontano da casa“, racconta.
La quarantenne ha poi sottolineato le dure condizioni che ha dovuto affrontare, paragonandole a quelle ben peggiori di Cecilia Sala nel carcere di Evin a Teheran. Pur trattandosi di un messaggio apparentemente solidale, il contenuto ha sollevato ulteriori perplessità.