Un bilancio con tanti segni meno, ma che comunque lascia spazio all’ottimismo, soprattutto pensando al quadro fosco di quelle 6 settimane di lockdown nazionale tra marzo e maggio dello scorso anno. Il settore italiano delle ceramiche ha fornito i dati sul 2020, che sono leggermente migliori rispetto alle prospettive e ai preconsuntivi, grazie al miglioramento delle vendite nella seconda parte dell’anno, continuate anche in questi primi mesi del 2021.
Il bilancio della ceramica in Italia
È quello che emerge dall’assemblea annuale di Confindustria Ceramica, in cui sono stati diffusi i numeri delle performance delle aziende italiane attive nell’ampio settore della “ceramica”: a fine 2020 le vendite totali di piastrelle si sono fermate a 391 milioni mq, con una perdita di 4 punti percentuali rispetto al 2019, a causa in particolare della contrazione sul mercato interno (-12%), mentre l’export ha resistito meglio del previsto.
Proprio il mercato italiano sembra preoccupare le industrie del settore, perché assorbe circa il 18,7% delle vendite totali del settore, un livello ritenuto troppo basso e che, secondo Confindustria, dovrebbe invece salire almeno al 25-30%.
Segnali positivi dal settore
Qualcosa comunque si sta già muovendo, sia per effetto delle mosse del Governo, con il Superbonus del 110% per le ristrutturazioni edilizie che (nonostante alcuni elementi critici) può in particolare dare un rimbalzo positivo alle vendite, sia grazie all’intraprendenza delle varie aziende, che stanno conquistando sempre più clienti.
Un caso esemplare è quello di Iperceramica, una delle più imponenti catene nazionali di pavimenti e rivestimenti, che ha mantenuto alto il livello di assistenza ai clienti anche nel periodo di lockdown grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie e della “vetrina online”: dalle pagine del sito www.iperceramica.it, infatti, gli utenti hanno sempre avuto accesso al ricco catalogo di rivestimenti e piastrelle, con possibilità di scoprire tutte le caratteristiche dei prodotti come in negozio, toccandoli quasi con mano.
Il sito è infatti di facile lettura e, in riferimento ai rivestimenti, suddivide i prodotti per ambiente, a seconda che l’interesse sia rivolto a piastrelle per la cucina, per il bagno o per altri ambienti come il salotto. Aspetto ancora più importante, tutti questi elementi – in pietra, ceramica, gres o altro materiale – sono sempre di alta qualità garantita, pronti ad essere resistenti ad ogni tipo d’uso, condizione basilare per ottenere la fiducia di clienti sempre più attenti a ogni tipo di dettaglio e alla resa effettiva delle “promesse” fatte dai produttori.
Il mercato interno, tra stallo e ripresa
Questo è solo uno dei modi per rilanciare le vendite su base nazionale, elemento cardine per riprendere la strada positiva interrotta dal Covid, come sottolineato dal presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani: nel 2020, la produzione nazionale in ceramica ha subito una forte battuta d’arresto, scendendo dai 401 milioni del 2019 a circa 330 milioni a fine 2020. Un vero e proprio crollo, di poco inferiore al 20 per cento, legato al blocco delle attività, ma anche all’impossibilità di lanciare nuovi prodotti o di sfruttare le vetrine delle manifestazioni fieristiche.
Per questo, le aziende del settore hanno ottimizzato le vendite con un importante smaltimento dei magazzini (circa 60 milioni metri quadri), imparando anche a gestire questi aspetti con un approccio nuovo e più tecnologico: grazie ai forti investimenti in Industria 4.0, infatti, le aziende ora possono gestire la produzione in modo più flessibile, nell’ottica della logica “make-to-order”, ovvero in funzione della reale domanda del mercato.
Gli spiragli positivi per il comparto sono confermati anche dai primi dati relativi al 2021: nel primo trimestre dell’anno in corso, infatti, il fatturato totale della ceramica italiana è aumentato non solo rispetto al 2020 (+9 per cento), ma anche rispetto allo stesso periodo del 2019 (+ 7 per cento), grazie in particolare a un balzo nelle vendite sul mercato interno (+ 19 per cento). Un segno che, dice Savorani, dimostra che “il nostro settore ha una buona capacità di reazione”.