Certificati di proprietà auto: il passaggio al digitale e le novità per il 2019

Dal 2015, i certificati di proprietà auto vengono emessi dal PRA solo in forma digitale in sostituzione di quelli in formato cartaceo: spariranno entrambi nel 2019.

Chi possiede un’auto si trova a dover maneggiare una serie di documenti necessari ad espletare ogni possibile procedura burocratica legata al possesso del veicolo. Uno dei più importanti è senza ombra di dubbio il certificato di proprietà (abbreviato tramite la sigla CdP). Questo documento ha preso il posto del vecchio ‘foglio complementare‘ e serve a documentare lo stato giuridico del veicolo, riportando tutte le informazioni relative alla proprietà dello stesso. Viene rilasciato dalle unità territoriali del Pubblico Registro Automobilistico (PRA). L’ACI consiglia di conservare il CdP in maniera accurata, meglio se in casa, dal momento che non è un documento strettamente necessario a consentire la circolazione del veicolo su strada.

Il Certificato di proprietà auto digitale (CDPD)

A partire dal 5 ottobre 2015, il certificato di proprietà in formato cartaceo è stato sostituito dal Certificato di Proprietà Digitale. Il documento in formato digitale ha progressivamente rimpiazzato la versione cartacea emessa dal PRA per tutte le formalità in cui se ne rende necessario l’utilizzo. Tale provvedimento è in linea con il Codice dell’Amministrazione Digitale e porta diversi vantaggi ai consumatori. Il Codice Digitale, infatti, non può essere né rubato né smarrito: in tal modo vengono eliminate le procedure per richiedere ed ottenere un duplicato, con un evidente risparmio in termini non solo di denaro ma anche di tempo. Il nuovo codice offre anche un maggiore livello di sicurezza che ne impedisce la duplicazione.

Con il processo di digitalizzazione dei certificati di proprietà, il possessore di un veicolo non riceve più un documento ma una semplice codice. Il CDPD infatti risiede nei Sistemi Informativi dell’ACI; l’utente, utilizzando il codice ricevuto, può visualizzare la ricevuta e il Certificato di Proprietà attraverso i canali messi a disposizione dall’ACI.

Il CDPD può essere visualizzato mediante la lettura del codice attraverso uno smartphone o un altro dispositivo idoneo; in alternativa, è possibile effettuare l’operazione presso l’indirizzo web indicato sulla ricevuta inserendo il proprio codice; infine, si può utilizzare il tool online messo a disposizione dal sito www.aci.it. Qui è possibile visualizzare il Certificato Digitale sia utilizzando l’identificativo univoco presente sulla ricevuta sia inserendo il codice riportato sull’attestazione di presentazione della formalità PRA; una volta inserito il codice, basta cliccare sul tasto ‘premi per procedere’.

Tramite un altro form online accessibile dal sito dell’ACI, è anche possibile verificare il tipo di Certificato di Proprietà; è necessario inserire il numero di targa e selezionare il tipo di mezzo (il codice fiscale è facoltativo); dopo aver inserito un ulteriore codice di verifica, il tool verifica se per quel veicolo è stato emesso un certificato di proprietà oppure no.

Cosa fare in caso di smarrimento del certificato di proprietà

Poiché la dematerializzazione del Certificato di Proprietà dei veicoli a motore è una procedura relativamente recente, in caso di smarrimento bisogna distinguere le procedure necessarie per ottenerne uno nuovo.

Come detto, il documento va conservato con attenzione ed è meglio evitare di portarlo con sé in auto. Piuttosto è consigliabile tenerlo in casa. In caso di furto, smarrimento o deterioramento (grave) del certificato cartaceo prima del 2015 era necessario rivolgersi ad un’unità territoriale ACI-PRA per ottenere un duplicato. La richiesta poteva essere effettuata dall’intestatario del veicolo, da un avente titolo o da un delegato munito di delega firmata e copia del documento di identità dell’intestatario. Inoltre, era necessario ottenere la denuncia di furto o smarrimento (o una dichiarazione sostitutiva) da parte della Polizia; questo genere di documentazione non era necessario per far duplicare un certificato soltanto deteriorato.

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Infine, il richiedente del duplicato doveva presentare il modulo NP3C, in doppia copia, compilato in ogni sua parte e corredato di copia del documento di identità dell’intestatario del veicolo. Il costo di tale procedura era di 61.50 euro, divisi tra i 13.50 euro di emolumenti da versare all’ACI e i 48 euro per l’imposta di bollo.

La procedura per i Certificati digitali, invece, è molto più snella. Per ottenere una ristampa gratuita del codice di accesso, infatti, basta inoltrare la richiesta presso lo stesso Sportello Telematico dell’Automobilista che ha rilasciato la ricevuta originale. Inoltre, è bene ricordare che il certificato, pur essendo presente nei sistemi informatici dell’Automobile Club Italia è di proprietà esclusiva del soggetto al quale il veicolo risulta intestato, che è anche l’unico che può disporne (assieme ad altri soggetti eventualmente aventi diritto).

La visura del CDPD

Nel caso in cui siano state apportate delle modifiche allo stato giuridico del veicolo, queste verranno segnalate dal sistema. Per verificare di cosa si tratta è bene fare una visura da parte di una qualsiasi unità territoriale ACI PRA; il costo della procedura è di 6.00 euro mentre se si utilizza il servizio telematico Visurnet dell’ACI il prezzo da pagare corrisponde a 8.81 euro.

Richiedere una formalità al PRA con il CDPD

Se si possiede un Certificato di Proprietà Digitale, per richiedere una formalità al Pubblico Registro Automobilistico bisogna rivolgersi ad uno Sportello Telematico dell’Automobilista. “La richiesta della formalità” – si legge sul portale ufficiale dell’ACI – “può essere presentata solo dall’intestatario o avente titolo, non essendo il semplice possesso della ricevuta con i codici di accesso titolo sufficiente“. Se la richiesta viene presentata da un soggetto delegato, questi, oltre alla ricevuta, dovrà presentare un documento di delega, firmato dall’intestatario o avente titolo, al quale deve essere allegata una copia del documento di identità.

In base al tipo di pratica, la formalità potrà essere presa in carico interamente dallo Sportello Telematico dell’Automobilista oppure, “potrà essere chiesta, senza il pagamento di alcuna tariffa pubblica, la predisposizione del supporto cartaceo necessario per completare la formalità presso altro STA“.

Il documento unico auto in arrivo nel 2019

Dal primo gennaio 2019 entrerà in vigore, per effetto del d.lgs. n. 98/2017, il cosiddetto “documento unico di circolazione di veicoli e proprietà”. In altre parole, il libretto di circolazione e il certificato di proprietà (sia cartaceo che digitale) verranno assimilati in un unico documento. I vantaggi saranno sia per la pubblica amministrazione, che dovrà gestire un solo documento per veicolo anziché due, sia per i consumatori che dovranno affrontare spese burocratiche ridotte.

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