Chi è l’ingegnere italiano rapito ad Haiti

Chi è l’ingegnere italiano rapito ad Haiti

Chi è l’ingegnere italiano rapito ad Haiti: dagli incarichi come assessore alla nomina di sub commissario per una delle eruzioni dell’Etna.

ROMA – Grande apprensione per l’ingegnere italiano rapito ad Haiti a scopo estorsivo. Secondo le ultime informazioni, gli autori di questo gesto avrebbero già chiesto il riscatto all’azienda e la Farnesina ha attivato tutti gli approfondimenti del caso per effettuare gli approfondimenti e capire come muoversi.

Chi è l’ingegnere italiano rapito ad Haiti

Nato a Catania, Giovanni Calì è molto apprezzato in Sicilia. Dopo la specializzazione al Politecnico di Torino, l’ingegnere ha iniziato a collaborare con diverse aziende prima di ritornare nella sua terra natale per degli incarichi politici e non. Nel 1995, infatti, è stato scelto da Nello Musumeci come assessore ai Lavori pubblici per la Provincia di Catania. Un incarico ricoperto per un mandato per poi restare come esperto e consulente tecnico anche con Giuseppe Castiglioni.

Nel 2002 per lui un incarico importante. Come riportato dall’Agi, è stato nominato, infatti, sub commissario per l’emergenza cenere lavica durante la violenta eruzione dell’Etna. Conclusa questa esperienza, ha ripresa a lavorare per diverse aziende e l’ultima proprio quella che gli ha dato l’incarico di gestire i lavori stradali ad Haiti dove è stato rapito da un gruppo locale.

Polizia

Il rapimento

Il rapimento, secondo le ultime informazioni, è avvenuta nella mattinata di martedì 1 giugno ad Haiti mentre era impegnato nei lavori. Gli autori avrebbero subito contattato la sede locale dell’azienda e chiesto un riscatto. Da qui la decisione di avvisare la Farnesina e iniziare tutti gli approfondimenti per portare in Italia il prima possibile l’ingegnere siciliano.

Resta il massimo riserbo da parte del Ministero e delle autorità italiane perché si tratta di una vicenda molto delicata e si preferisce non dare informazioni. Nei prossimi giorni i contatti proseguiranno con l’obiettivo di far tornare in libertà il siciliano.