Tutto su Massimo Magliaro, il giornalista di destra già presidente di Rai Corporation

Tutto su Massimo Magliaro, il giornalista di destra già presidente di Rai Corporation

Con un passato nel MSI, Massimo Magliaro ha lavorato per anni in posizioni di rilievo in Rai e si è fatto conoscere come opinionista.

Esponente dichiarato di destra, Massimo Magliaro ha mosso i primi passi tra partito, quotidiani e riviste, per poi approdare in Rai all’inizio degli anni ’90. Da lì in avanti, una brillante carriera nel servizio pubblico, fino a diventare un frequentatore assiduo di talk show di attualità.

La biografia e la vita privata del giornalista

Magliaro è nato a Roma il 16 aprile 1945, sotto il segno zodiacale dell’Ariete. Della sua infanzia non si hanno informazioni, così come anche della sua vita privata da adulto. Non si sa quindi se sia sposato e se abbia figli.

La carriera di Magliaro

Il percorso lavorativo di Massimo Magliaro ha inizio con l’ottenimento della qualifica di giornalista professionista, che gli permette di scrivere per lo storico quotidiano di destra Il Secolo d’Italia. A partire dal 1977, gli viene affidato il ruolo di capo Ufficio stampa del partito d’ispirazione neofascista Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale: è in particolare portavoce del fondatore del gruppo Giorgio Almirante.

Sempre all’interno del gruppo politico, dirige l’agenzia quotidiana Nuove prospettive e lavora come coordinatore editoriale e come caporedattore della Rivista di studi corporativi, pensata per ragionare sul corporativismo, appunto.

Il 1991 è l’anno del suo ingresso in Rai, dapprima come corrispondente dall’estero per il Giornale Radio, e in un secondo momento come giornalista per il Tg1, dove ottiene la nomina di vicedirettore nel biennio 1994-1996 sotto la guida di Carlo Rossella, Nuccio Fava e Rodolfo Brancoli.

Inviato estero anche per il Tg2, entra in Rai International, la divisione che si occupava della programmazione della tv di Stato oltre confine, e ne assume la direzione dal 2000 al 2006. Continuando a lavorare per l’estero, ed in particolare per Stati Uniti e Canada, dal 2009 Magliaro riveste la carica di presidente di Rai Corporation, almeno fino alla chiusura della società nel 2012.

Autore di diversi saggi, frequenta talk show di attualità in veste di opinionista, in special modo la trasmissione DiMartedì condotta da Giovanni Floris.

Le accuse durante la dirigenza di Rai Corporation

Nel 2010, quando Magliari si trovava da qualche mese alla guida di Rai Corporation, i consiglieri di minoranza del CdA della tv di Stato sollevarono una discussione sul giornalista ed in particolare sulle bizzarre spese apparentemente da lui effettuate con la carta di credito dell’azienda. Si parlava di un affitto di 11.500 dollari al mese per una casa a New York, di ristrutturazioni d’oro per un ammontare di 52.000 dollari e di autisti privati da 8.500 dollari al mese.

Massimo Magliaro si difese dicendo di essere vittima di una “macchinazione politica” e dichiarando, come riportato da La Repubblica: “La mia oculata gestione ha assicurato grandi risparmi alla Rai, questa è la verità. Mi accusano con ricostruzioni diffamanti“.

I suoi interventi nei talk show che hanno fatto parlare

Le apparizioni di Magliaro nelle trasmissioni televisive fanno sempre molto parlare. Discussa è stata, ad esempio, la bagarre che lo ha visto protagonista insieme all’ex ministro Elsa Fornero a DiMartedì nel settembre 2023: un botta e risposta che il giornalista ha chiuso con espressioni forti rivolte alla professoressa.

Sempre nel medesimo programma e sempre nel 2023, l’opinionista ha dichiarato di aver subìto più volte “epurazioni” nella sua carriera in Rai per questioni politiche: “Per un anno sono stato messo in una stanza senza nessun incarico, sapete con chi? Insieme a Luca Giurato, ad annaffiare una pianta perchè potevamo fare solo quello”. Ha però poi aggiunto: “Sono le regole del gioco, non facciamo i martiri della Rai perchè non ci sono”, lanciando così una stoccata ai colleghi “scappati” dalla Rai con l’insediamento del governo Meloni.