Il corpo del capo della comunicazione della Monte dei Paschi di Siena è stato trovato senza vita nella strada sotto al suo ufficio nel 2013.
Il caso di David Rossi sta facendo scalpore da quando il programma di Mediaset “Le Iene” ha deciso di affrontarlo, dedicandoci numerosi speciali. L’uomo, morto all’età di 52 anni, era il capo della comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena ed il suo corpo è stato ritrovato senza vita nella strada che passa sotto al suo ufficio. In un video di una telecamera di sorveglianza, lo si vede precipitare da una finestra e cadere rovinosamente al suolo. Andiamo a scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulla vicenda.
Chi era David Rossi: la scheda
Nome e cognome: David Rossi
Luogo e data di nascita: 2 giugno 1961, Siena
Luogo e data di morte: 6 marzo 2013, Siena
Professione: Dirigente
La biografia
David Rossi è un nome comparso sui maggiori quotidiani nazionali a causa della vicenda legale legata al mistero di come sia avvenuta la sua morte. Della sua vita, però, si sa pochissimo. È nato nel 1961 e, prima di essere assunto in una delle sedi della Monte dei Paschi di Siena, ha lavorato come portavoce del sindaco senese Pier Lugi Piccini, diventando molto conosciuto in città. Ha anche ottenuto il tesserino da giornalista pubblicista.
Successivamente ha collaborato anche con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, sotto la guida di Giuseppe Mussari che, nel 2006, gli affida un incarico all’interno della banca. Rossi diventa così capo della comunicazione. Oltre al suo impegno per la Monte dei Paschi, David era vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te, oltre ad essere membro del consiglio di amministrazione di Vernice Progetti Culturali.
Il caso
Poco prima della morte di David Rossi, avvenuta il 6 marzo del 2013, la Monte dei Paschi di Siena viene bersagliata da alcune indagini della Guardia di Finanza che, il 19 febbraio 2013, perquisisce il suo ufficio e la sua casa oltre a quelle di Rocco Salimbeni, Giuseppe Massari e Antonio Vigni: tre pezzi grossi dell’istituto di credito. David Rossi, però, non era indagato. Gli agenti stavano cercando di ristabilire la verità sull’acquisizione di Banca Antonveneta da parte della Monte dei Paschi.
Il 6 marzo David Rossi precipita dalla finestra del suo ufficio, morendo poco dopo a causa dell’impatto con l’asfalto. Sulla vicenda inizia ad indagare la Procura di Siena che arriva alla conclusione che il direttore della comunicazione si sia suicidato gettandosi dal palazzo. Successivamente, altre due inchieste terminano con la stessa soluzione ma molti elementi continuano a non tornare.
Le controversie
A dare maggiore risalto alla vicenda sono i programmi televisivi Le Iene, Non è l’Arena e Sedici Storie trasmessi rispettivamente da Italia 1, La7 e Rai Storia. Nel corso dei vari servizi presentati in tv sono stati enunciati numerosi elementi che fanno pensare che la morte di David Rossi non sia stata frutto di un suicidio. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo anche la Procura di Genova, perquisendo un inviato delle Iene e acquisendo alcuni documenti in suo possesso.
Uno degli elementi più volte sottolineati dai programmi d’inchiesta è che, delle 12 telecamere di sorveglianza presenti in nel punto in cui è rovinosamente caduto David, solo da una sarebbero stati requisiti i video per accertare i fatti.
Le immagini della telecamera, inoltre, mostrano due persone avvicinarsi al direttore della comunicazione della Monte dei Paschi di Siena mentre è ancora in vita, guardarlo e poi andarsene senza prestargli soccorso. L’orologio di David Rossi, inoltre, non sarebbe stato al suo polso durante la caduta ma sarebbe stato lanciato dal palazzo della banca venti minuti dopo.
I programmi televisivi che si sono occupati della vicenda, inoltre, hanno sottolineato che ad uno dei magistrati che ha indagato sull’accaduto sarebbe stata recapitata una minaccia di morte: il pm avrebbe ricevuto un proiettile calibro 9 per posta.
La Procura di Genova, dopo l’archiviazione delle indagini con l’ipotesi che la morta di David sia da imputare ad un suicidio, ha aperto una nuova inchiesta nel 2020 sui magistrati che si sono occupati del caso, in modo da valutarne l’operato.
L’anno dopo, l’11 marzo, la Camera istituisce una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi: l’obbiettivo è quello di ricostruire perfettamente cosa è successo la sera della sua morte. Il compito viene presieduto da Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia, e vede la partecipazione di Carlo Nordio, promulgatore della riforma della giustizia del 2023, il giornalista Davide Vecchi ed il criminologo Silvio Ciappi.
La vita privata
Non essendo un personaggio pubblico si sa pochissimo della vita privata di David Rossi. L’uomo era sposato con Antonella Tognazzi. La vedova, assieme alla figlia Carolina Orlandi, sta lottando da anni perché la verità sul caso di suo marito venga a galla. “Conoscevo David – aveva commentato Antonella – la sua moralità, la sua voglia di vivere, il suo amore per la famiglia. E questo mi dà la forza di dire: andiamo avanti senza tralasciare alcuna pista, anche quella del più odioso pettegolezzo“.
La vedova, inoltre, ha raccontato di essersi accorta che David si è comportato in modo strano nei giorni precedenti alla sua scomparsa: “Era molto molto nervoso. Era poco disponibile, non era incline a confidarsi con me“.
La vedova in tribunale
A luglio del 2013 viene aperto un procedimento penale nei confronti di Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, e del giornalista allora del Fatto Quotidiano Davide Vecchi con l’accusa di violazione della privacy.
Il processo fa nascere infinite polemiche che hanno portato ad altrettante interrogazioni parlamentari e all’intervento, addirittura, dell’osservatorio internazionale sulla libertà di stampa. La Columbia University di New York, infatti, riteneva l’azione legale un tentativo di limitare il diritto fondamentale d’informazione.
Il motivo per l’apertura dell’inchiesta nei confronti del giornalista e della vedova è stata la pubblicazione in anteprima sul quotidiano di alcune mail di David Rossi. Il direttore della comunicazione della Monte dei Paschi, in questi messaggi, spiegava di volersi togliere la vita e di aver bisogno di aiuto.
Il processo si è concluso nel 2018 con la completa assoluzione degli imputati. Il giudice Alessio Innocenti, inoltre, ha pesantemente criticato l’apertura del fascicolo che ha dato inizio a questa particolare indagine.