Chi sta guadagnando dalla guerra in Ucraina?

Chi sta guadagnando dalla guerra in Ucraina?

La Norvegia grazie alla guerra in Ucraina ha aumentato il suo export di gas.

Il paese scandinavo a giugno ha stipulato un accordo con l’Ue per incrementare il suo export di gas verso i paesi europei nel loro obiettivo di staccarsi dal gas russo. Per diminuire la dipendenza da Mosca, l’Ue ha cercato alternative per le forniture energetiche. Tra questi anche la Norvegia che sta diventando uno dei principali competitor di Mosca nel rifornire l’Europa di gas. Grazie a questo incremento la Norvegia ha registrato un nuovo record nel suo surplus commerciale. Un andamento in completa opposizione con gli altri Paesi europei che invece stanno subendo le conseguenze economiche della guerra e l’aumento dei prezzi.

A luglio, stando all’ufficio di statistica nazionale, Oslo registrato un avanzo commerciale di 15,6 miliardi, “in gran parte grazie all’impennata dei prezzi del gas naturale innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, scrive l’Agi. Il risultato rappresenta un nuovo primato dopo quello stabilito a marzo (138,1 miliardi di corone, circa 14 miliardi euro). Questo trend positivo per il paese scandinavo è dovuto alle esportazioni di gas e petrolio verso l’Europa.

impianto gas

I paesi europei in difficoltà mentre Oslo registra un dato positivo

La Norvegia ha quadruplicato le esportazioni rispetto all’anno precedente. “La chiusura e il rallentamento del gasdotto Nord Stream 1, che trasporta il gas dalla Russia all’Europa, hanno contribuito a spingere il prezzo del gas a un livello record nel mese di luglio”, ha commentato Jan Olav Rrhus, dell’ufficio di statistica nazionale.

Per Oslo si tratta di un massimo storico raggiunto dalle esportazioni. Questo si è potuto verificare grazie all’obiettivo europeo di limitare al minimo la dipendenza energetica dalla Russia come conseguenza della guerra in Ucraina. Per questo motivo, la Norvegia produce ed esporta molto il doppio. Prima del conflitto ucraino, la Norvegia forniva tra il 20 e il 25% del fabbisogno di gas dell’Ue e del Regno Unito, rispetto al 45-50% della Russia.

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