Chiusura prolungata del traforo del Monte Bianco: quali ripercussioni?

Chiusura prolungata del traforo del Monte Bianco: quali ripercussioni?

Un intervento di rifacimento sul traforo Monte Bianco che durerà 18 anni e le sue potenziali conseguenze sull’economia.

Il traforo del Monte Bianco, inaugurato nel 1965 e simbolo dell’ingegneria tra Italia e Francia, affronterà una serie di lavori di rifacimento che porteranno alla sua chiusura per quattro mesi ogni anno fino al 2040. Questa decisione ha suscitato preoccupazione tra gli attori economici locali e nazionali, data l’importanza strategica di questa infrastruttura.

I lavori previsti riguarderanno principalmente il rifacimento di due sezioni della volta, lunghe 300 metri ciascuna. Saranno inoltre installati un nuovo sistema di drenaggio delle acque e elementi prefabbricati resistenti al fuoco. L’illuminazione e i ventilatori della galleria saranno sostituiti con tecnologie più moderne e efficienti.

Impatto economico e preoccupazioni

La chiusura periodica del traforo ha sollevato preoccupazioni in merito alle possibili ripercussioni economiche, in particolare in Valle d’Aosta. Secondo le stime, lo stop al traffico potrebbe causare una diminuzione del 9,8% del Pil della regione. Tuttavia, l’impatto non si limiterà alla sola Valle d’Aosta. Si stima che l’intero Nord Ovest potrebbe subire perdite economiche per un totale di 11 miliardi di euro in termini di Pil.

Associazioni come Confindustria, Federalberghi e Confcommercio hanno espresso preoccupazione per le conseguenze di questa decisione. In particolare, molte attività tra Aosta e Courmayeur potrebbero essere direttamente colpite, con un impatto stimato sul 30-40% del sistema ricettivo valdostano.

Reazioni e interventi futuri

Diverse voci si sono levate per chiedere un intervento a livello sia nazionale che europeo. Paolo Uggè, presidente di Conftrasporti, ha sottolineato l’importanza di affrontare la questione in sede europea, data l’importanza del traforo per l’intero sistema produttivo italiano.

Il presidente della Valle d’Aosta, Renzo Testolin, ha annunciato la collaborazione con l’Università, l’Arpa e l’omologa francese per valutare le ricadute economiche, socio-culturali e ambientali della chiusura. L’obiettivo è monitorare gli effetti di questa decisione e orientare le scelte future in modo informato.

In conclusione, la chiusura periodica del traforo del Monte Bianco rappresenta una sfida significativa per la regione e per l’intero sistema produttivo italiano. Sarà essenziale monitorare la situazione e adottare misure per mitigare gli impatti negativi.