I fatti esaminati dai giudici risalgono al 2019 durante una vacanza in Sardegna con gli amici, a denunciare sono state due ragazze.
“C’è qualcuno di voi che, da imputato, accetterebbe l’idea che il giudice se ne vada bellamente prima di concludere il processo? E che costui venga sostituito da un giudice che non sa nulla del processo, e che se ne farà un’idea leggendo i verbali? Io non credo“. Questo spunto di riflessione arriva dalle pagine de Il Riformista da parte di Gian Domenico Caiazza, Presidente Unione Camere Penali, in merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Ciro Grillo, figlio del celebre fondatore del Movimento 5 Stelle.
Il processo nei confronti del figlio di Beppe e dei suoi tre amici genovesi – Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia – è attualmente in corso a Tempio Pausania, in provincia di Sassari. I quattro giovani sono accusati di violenza sessuale di gruppo da due ragazze. I fatti sarebbero avvenuti a luglio del 2019 nella casa estiva di Ciro Grillo in Sardegna.
Il processo potrebbe ricominciare da capo
L’azione processuale contro Ciro Grillo ed i suoi amici, però, potrebbe presto ripartire da zero. Il motivo è semplice: uno dei giudici a latere del processo è stato trasferito a Bari e verrà sostituito da un nuovo magistrato. In questo momento, si sono raggiunte le undici udienze per questo caso e tutto potrebbe essere annullato.
Quando cambia un giudice, infatti, può essere richiesta la rinnovazione del processo ma tutto dipende dall’applicazione, o meno, della nuova legge Cartabia. Se il processo fosse stato completamente videoregistrato, infatti, non ci sarebbe la necessità di ricominciarlo. La prossima udienza, in programma oggi, darà una risposta definitiva.