Il collegamento fra cervello e computer potrebbe evolversi molto rapidamente con l’ingresso in campo di Elon Musk e dell’azienda Neuralink.
Elon Musk è senza dubbio il paladino degli imprenditori visionari. E la sua nuova azienda potrebbe dare un enorme contributo al collegamento fra cervello e computer, uno dei temi in assoluto più cari a futurologi e appassionati di tecnologia di frontiera.
Elon Musk, attraverso la sua nuova azienda Neuralink, potrebbe dare origine a una svolta importante nel mondo della tecnologia. Nella presentazione tenutasi il 16 luglio infatti ha mostrato un prototipo in fase avanzata di collegamento fra computer e cervello. Ecco il video in cui viene presentato il progetto (in inglese):
Come funziona l’interfaccia Neuralink?
La nuova startup di Elon Musk ha messo a punto una tecnologia apparentemente rivoluzionaria: un sensore grande pochi millimetri che si può collegare al cervello attraverso 1024 piccole sonde, molto più sottili di un capello umano.
Secondo le dichiarazioni ufficiali rilasciate durante la conferenza, “Una scimmia è stata in grado di controllare un computer attraverso il suo cervello“. La tecnologia è pensata per essere meno invasiva possibile, sia grazie alla dimensione delle sonde, sia per via della modalità di impianto.
Gli obiettivi del collegamento fra cervello e computer di Neuralink
Il primo obiettivo di questa ambiziosa tecnologia è quello di aiutare chi ha subito danni alla spina dorsale, o chi è nato con difetti congeniti; sempre secondo Musk, in questo campo la soluzione proposta sarebbe meno invasiva sia rispetto alla chirurgia tradizionale, sia rispetto a nuove soluzioni attualmente in fase di studio.
Ma l’obiettivo a lungo termine è ancora più ambizioso: si tratterebbe di costruire un digital superintelligence layer, cioè uno “strato di superintelligenza digitale” per collegare gli esseri umani all’intelligenza artificiale.
Sembra fantascienza? Eppure quello del collegamento fra cervello e computer è un tema dibattuto anche in contesti accademici già da diversi anni.
Le ricadute sarebbero anche di carattere pratico: permettendo agli esseri umani di realizzare una specie di simbiosi con l’intelligenza artificiale infatti, permetterebbe a tutti, per esempio, di scrivere 40 parole al minuto semplicemente pensando.
Il collegamento neurale di Elon Musk, non solo fantascienza
L’imprenditore americano, oltre che per le celebri auto elettriche, è noto anche per le sue provocazioni. Ma in questo caso, anche in base a quello che viene mostrato nella presentazione, sembra che l’idea debba essere presa sul serio.
La proposta ovviamente non è esente da problemi. Oltre a quelli etici che possiamo facilmente immaginare, anche solo dal punto di vista tecnico. Le sonde di cui si parla di fatto sono elettrodi microscopici, realizzati in materiali biocompatibili, che saranno in grado di intercettare i segnali elettrici dei neuroni.
Ma dall’intercettagli all’interpretarli correttamente per esempio, il percorso è ancora lunghissimo. Anche se le implicazioni sono affascinanti. Si va da quelle realmente visionarie, come la possibilità di comandare avatar virtuali in un mondo 3D, fino a quelle mediche, come la possibilità di aiutare chi ha subito incidenti a camminare di nuovo.
Fonte foto copertina: https://www.youtube.com/watch?v=r-vbh3t7WVI