Le ultime ore di Diego Armando Maradona: come è morto il ‘Dio del Calcio’. Dall’operazione al cervello al decesso.
Emerge sui media la ricostruzione delle ultime ore in vita di Diego Armando Maradona, morto il 25 novembre in una villa alle porte di Buenos Aires, dove stava trascorrendo il periodo di degenza dopo un delicatissimo intervento al cervello.
L’operazione al cervello per un coagulo
E proprio dall’intervento alla testa iniziamo il racconto degli ultimi giorni di Maradona.
I problemi di Diego erano noti e i media non risparmiavano approfondimenti sullo stile di vita del 10, che negli ultimi anni sarebbe stato prigioniero di alcol e psicofarmaci. Sembra che la paura legata al Covid abbia in qualche modo complicato il suo quadro generale alimentando anche gli spettri nella sua testa.
Arriviamo all’operazione al cervello del 3 novembre. Le agenzie di stampa battono la notizia del ricovero di Diego Armando Maradona e scatta l’allarme. Il suo staff prova a minimizzare parlando di problemi di poco conto. In poche ore emerge la verità. Maradona deve essere operato alla testa per un coagulo al cervello. Un intervento delicatissimo, rischioso. Ma che si conclude con successo, assicurano dallo staff. E infatti Diego lascia l’ospedale e trascorre la degenza in una villa alle porte di Buenos Aires. A pochi chilometri dalla clinica dove era stato operato. Una scelta evidentemente dettata dalla prudenza per un intervento delicatissimo.
Come è morto Maradona: le ultime ore di Diego
Secondo la ricostruzione delle ultime ore di Diego, Maradona al mattino sembrava anche in buone condizioni. Avrebbe anche fatto una breve passeggiata prima di tornare a letto.
Maradona è morto intorno alle 12 (le 16 in Italia) del 25 novembre, e state certi che in Argentina gli orologi sono ancora fermi all’ora esatta del decesso e ancora non hanno ripreso a scandire il trascorrere dei secondi. Perché Maradona era immortale, quindi non può essere morto. Deve essersi fermato il tempo, deve essere successo qualcosa di sovrannaturale. Per forza.
Le cause del decesso sono legate ad un arresto cardio-respiratorio. Secondo i media argentina in quella villa sarebbero arrivate addirittura nove ambulanze. Tutto inutile. Il cuore di Diego aveva smesso di battere per sempre.
Il diario dell’infermiera
Stando a quanto emerso ai primi di dicembre, gli inquirenti avrebbero tra le mani il diario dell’infermiera che seguiva Maradona. E nel diario l’assistente avrebbe puntualmente preso nota degli ultimi giorni del campione argentino. Forse per zelo, per scrupolo, forse perché era consapevole di avere una sorta di responsabilità nei confronti di una leggenda.
Le fotografie confermano le indiscrezioni: Maradona viveva in una casa fatiscente, che aveva solo un bagno chimico. Più simile ad una prigione che ad un luogo destinato al recupero fisico e psicologico.
Intorno alle 6.30 di mercoledì 25 novembre Maradona va in bagno. Poi non si hanno più informazioni fino alle 11 di mattina. Un buco di quasi cinque ore sul quale si concentrano gli inquirenti per fare luce su quanto accaduto. Non registrando segnali di vita, si decide di entrare nella stanza di Maradona. Le condizioni paiono gravi sin dal primo istante. Secondo l’infermiera Diego, seppur molto debole, sarebbe ancora in qualche modo presente a sé stesso. Seguono le concitate operazioni di primo soccorso, la telefonata al medico di Maradona che chiama un’ambulanza. Si arriva alle 13.16, ora in cui viene dichiarato il decesso di Diego Armando Maradona.