Fonseca ha trovato il giusto equilibrio nel Milan con il modulo 4-4-2. Come questa scelta ha migliorato la fase difensiva.
L’allenatore del Milan, Paulo Fonseca ha sorpreso tutti nel derby, dimostrando che a volte il coraggio premia più della prudenza. Fonseca ha adottato un modulo 4-4-2 (o 4-2-4 a seconda delle letture) che, sebbene inizialmente sembrasse un azzardo, ha trasformato il Milan in una squadra più compatta e pronta a cogliere le opportunità, soprattutto nella fase difensiva. La scelta non è stata solo una mossa disperata, ma la risultante di un lavoro strategico che ha ridisegnato il volto dei rossoneri, ponendo le basi per un rilancio inatteso.
L’equilibrio tra difesa e attacco: Il nuovo Milan di Fonseca
Il passaggio al 4-4-2 ha dato al Milan maggiore solidità, un cambiamento fondamentale per una squadra che spesso appariva troppo vulnerabile dietro. Fonseca ha spostato l’inizio della costruzione del gioco, eliminando la necessità di un regista puro e sfruttando due punte mobili, come Morata e Abraham, capaci di raccogliere palloni più avanti e smistarli con efficacia. Questo approccio ha permesso di bypassare la prima linea di pressione avversaria, una strategia che ha colto di sorpresa l’Inter, abituata ad affrontare un Milan diverso.
La nuova impostazione ha migliorato le prestazioni individuali di giocatori chiave come Pulisic e Leao, anche se quest’ultimo sembra ancora in cerca della piena convinzione nel nuovo assetto tattico. Importante anche il contributo di Reijnders, che grazie alla sua capacità di inserimento, ha reso più dinamico il centrocampo rossonero. I movimenti offensivi hanno trovato nuova linfa, con Fonseca che è riuscito a far coesistere l’esigenza di copertura con quella di aggressività.
I miglioramenti difensivi: una squadra più compatta
In difesa, il modulo di Fonseca ha permesso di limitare i danni e ridurre la vulnerabilità del Milan. Emerson Royal, nonostante un errore iniziale, è cresciuto nel corso della partita, mentre Tomori ha dimostrato di poter tenere il confronto con attaccanti fisicamente dominanti come Thuram. L’assetto compatto ha anche permesso a Theo Hernandez di mantenere una posizione più equilibrata, tenendo a bada le incursioni degli esterni avversari come Dumfries e Darmian.
Il contributo di Fofana è stato fondamentale: non un fenomeno, ma un giocatore che, in un sistema con gli spazi ridotti, è riuscito a svolgere con efficacia il suo lavoro di copertura. Questo schema ha ridato fiducia a un gruppo che sembrava privo di direzione e ha trasformato in punti di forza quelli che fino a poco tempo fa erano considerati i principali difetti del Milan.