L’Inter di Inzaghi oscilla tra prestazioni brillanti e blackout preoccupanti. Dopo il ko contro il Milan, emergono dubbi.
La testa fa la differenza, soprattutto quando i valori in campo sono simili. Il netto ko dell’Inter nel derby contro il Milan, arrivato a pochi giorni dalla grande prestazione contro il Manchester City, pone interrogativi sulla tenuta mentale dei nerazzurri. Il Milan ha giocato con lucidità e intensità, due qualità che l’Inter non è riuscita a replicare. Sillogismo elementare: il Milan ha vinto meritatamente, l’Inter ha perso con altrettanta ragione.
Ma la domanda resta: come è possibile che i nerazzurri abbiano approcciato una partita così importante commettendo tanti errori? Dall’atteggiamento tattico alla mentalità, l’Inter ha mostrato i limiti di una squadra che non riesce a trovare la continuità necessaria per competere al massimo livello.
Inzaghi sorpreso e il cambio di modulo che ha mandato in tilt l’Inter
Simone Inzaghi, spesso bravo nel colpire tatticamente l’ex tecnico, questa volta è stato colto alla sprovvista. Il cambio di modulo scelto da Fonseca ha scombussolato l’Inter, che è apparsa spaesata e senza punti di riferimento.
Non si trattava di una sorpresa dell’ultima ora, ma di una variazione tattica annunciata. Eppure, i nerazzurri hanno perso il controllo del gioco, subendo l’iniziativa del Milan per gran parte della partita, eccezion fatta per alcuni momenti del primo tempo. Un derby giocato a velocità completamente diverse: può bastare un giorno in più di riposo dopo le fatiche di Champions per spiegare tutto? Difficile crederlo. La differenza l’hanno fatta determinazione e rabbia agonistica, componenti che all’Inter sono mancate.
Un campanello d’allarme da non sottovalutare
La gestione dei cambi da parte di Inzaghi ha contribuito a peggiorare la situazione: un centrocampo stravolto nella ripresa ha accentuato la confusione tattica, evidenziando una serata da dimenticare. Errori individuali e collettivi, tanti e tali da rendere questo derby un unicum negativo nella gestione inzaghiana.
Come si passa, in soli quattro giorni, dalla compattezza di Manchester al disordine contro il Milan? La risposta potrebbe essere appagamento o un calo di concentrazione, segnali preoccupanti per una squadra che punta in alto. Non è il momento di fare processi, ma è evidente che l’Inter non può permettersi di oscillare tra prestazioni eccellenti e scivoloni pericolosi.
Ora, con una classifica corta e un distacco non ancora preoccupante dalla vetta, l’Inter ha l’occasione di rimettersi in carreggiata. Ma servirà un cambio di passo immediato, perché il rischio di un deja-vu rispetto alle stagioni passate è dietro l’angolo.