“Un complotto” clamoroso a Giorgia Meloni: cosa è stato trovato nella sede

“Un complotto” clamoroso a Giorgia Meloni: cosa è stato trovato nella sede

Perché Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha deciso di utilizzare un jammer nella propria sede di Roma. Ecco i dettagli.

Negli ultimi mesi, è emersa una notizia curiosa e controversa: all’interno della sede di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni in via della Scrofa è stato installato un jammer, un dispositivo che blocca le comunicazioni radio impedendo intercettazioni. La decisione di utilizzare questo strumento, generalmente riservato a sedi diplomatiche o aree ad alto rischio, ha sollevato domande.

C’è chi parla di un “grande complotto” e chi sostiene che sia solo una misura di precauzione per garantire la privacy del partito. «Siamo tutti ascoltati. C’è un grande disegno, un complotto. Ci controllano», commentano infatti fonti vicine al partito. Come riferito da open.online

Giorgia Meloni

Come funziona un jammer e perché è usato nella sede di Giorgia Meloni

Un jammer è un dispositivo che emette segnali radio che disturbano le frequenze circostanti, rendendo inefficaci le intercettazioni. In pratica, crea una barriera invisibile che blocca le comunicazioni tra i cellulari e le reti di telecomunicazione.

Dispositivi del genere sono facilmente acquistabili online, con prezzi che variano dai 30 ai 170 euro. Solitamente sono utilizzati in ambienti dove la sicurezza delle informazioni è cruciale, come ambasciate, aeroporti o istituti di ricerca. Tuttavia, il loro uso all’interno di un partito politico come Fratelli d’Italia ha destato non poche perplessità.

Secondo fonti vicine al partito, il jammer viene attivato durante le riunioni più delicate per evitare che informazioni riservate possano trapelare. L’utilizzo di questo strumento è sintomatico di una crescente sfiducia verso possibili fughe di notizie, alimentata anche dai recenti scandali legati a dossier e indagini interne che hanno coinvolto figure vicine al governo. La stessa Giorgia Meloni ha commentato: «Nel mirino c’è solo il centrodestra. E non da adesso. Ma da quando si è capito che saremmo andati al governo».

Clima di sfiducia e timori di sorveglianza

Non è solo la sede di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni a essere al centro di misure di sicurezza straordinarie: anche a Palazzo Chigi cresce la diffidenza nei confronti dei collaboratori e dei funzionari. Alcuni di loro vengono sospettati di avere rapporti frequenti con i giornalisti e sono visti come potenziali “spie”.

Questo atteggiamento rispecchia un clima di tensione che richiama, in chiave moderna, la famosa propaganda della Seconda Guerra Mondiale: “Taci, il nemico ti ascolta”. La preoccupazione per la sicurezza delle comunicazioni interne ha spinto molti membri del governo a preferire app come Signal, ritenute più sicure rispetto a WhatsApp.

Alla base di questa crescente preoccupazione ci sarebbero anche alcune indagini recenti, come quella condotta su Equalize, dove sono emerse connessioni tra funzionari di Palazzo Chigi e presunti membri dei servizi segreti. «Sin dall’inizio dell’inchiesta si è accertato che presso gli uffici si sono recati funzionari della presidenza del Consiglio dei ministri», si legge nei rapporti, nonostante molti dettagli siano stati censurati. Come riportato da open.online

Sebbene il coinvolgimento di personaggi legati all’intelligence aumenti la percezione di una sorveglianza costante, nelle carte ufficiali viene specificato che «le conversazioni non sono state oggetto di trascrizioni».