Il governo di Giorgia Meloni risponde ai rilievi europei sulle concessioni balneari, cercando di scongiurare una multa.
L’Italia ha inviato una lettera alla Commissione Europea in risposta ai rilievi sul mancato rispetto della direttiva Bolkestein riguardante le concessioni balneari. La procedura di infrazione, iniziata nel 2020, ha visto un ulteriore passaggio con la lettera del Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, a novembre dell’anno scorso.
Balneari, la strategia del Governo
All’interno del governo, le opinioni su come affrontare la questione nelle ore scorse, sono state alquanto divise. Mentre il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini suggeriva un possibile rinvio, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto aveva spinto per una risoluzione che includa gare pubbliche e incentivi per i concessionari uscenti.
Nella lettera inviata alla Commissione europea, alla fine, Giorgia Meloni ha delineato una strategia in due tempi: per ora vale la proroga tecnica prevista dalla normativa vigente, quindi niente gare fino a tutto il 2024. Inoltre, è stata suggerita la possibilità di proroghe fino al 31 dicembre 2025, nel caso in cui gli enti territoriali segnalino impedimenti oggettivi a concludere le procedure.
Il Governo si impegna a definire i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale: un passaggio fondamentale per riordinare il settore in maniera organica e strutturale, in collaborazione con la Commissione Europea e gli enti territoriali3.
Il rispetto delle norme europee
Entro quattro mesi, il Governo prevede di concludere un primo confronto con le Regioni per la determinazione dei criteri. A quel punto saranno sottoposti alla Commissione “i i risultati dell’attività istruttoria e consultiva per poi procedere all’adozione dei provvedimenti normativi di riordino del settore”.
La Meloni inoltre sottolinea la possibilità per i Comuni di appellarsi a “ragioni oggettive” che impediscono l’espletamento delle gare di rinnovo delle concessioni. La risposta dell’esecutivo appare come un tentativo di conformarsi alle norme europee, evitando il deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione Europea e il pagamento di una multa. La Commissione Europea valuterà ora la risposta per decidere i prossimi passi.