Arriva l’ultimatum dell’Ue sulle concessioni balneari per l’Italia. Il governo sarebbe pronto a fare un passo indietro.
L’Ue ha chiesto all’Italia una “soluzione urgente” da trovare per liberalizzare le concessioni balneari. La Commissione Ue ha inviato a Roma il suo ultimato perché il governo si allinei con la direttiva Bolkenstein su questo tema e ha tempo di solo due mesi. Altrimenti per l’Italia scatterà una procedura d’infrazione da parte dell’Ue e il deferimento alla Corte di Giustizia europea.
Secondo le fonti, la premier Meloni “si è impegnata a presentare all’Ue proposte molto rapidamente”. L’ultimatum da parte dell’Ue era attesa dato che non aveva ben accolto la proroga del governo al 2024 decisa a febbraio. A giorni arriverà la nuova sentenza della corte di giustizia Ue che “potrebbe avere conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione”.
Scontro tra Italia e Ue
La direttiva a cui l’Ue chiede all’Italia di omologarsi obbliga gli stati a liberalizzare le spiagge pubbliche aprendole alla concorrenza di mercato e affidandole ai privati attraverso gare pubbliche. Più volte la Commissione Ue ha rimproverato al nostro Paese la mancata applicazione delle regole europee. Già nel 2020 era stata avviata una procedura d’infrazione contro l’Italia. La Commissione Ue attende riforme da parte del governo italiano che non sono mai arrivate.
Questa volta però in pericolo ci sono i fondi del Pnrr oltre alla maxi multa che l’Ue potrebbe fare al nostro Paese. Per questo motivo, Giorgia Meloni non può tenere fede alla promessa elettorale di non piegarsi alla dottrina Bolkenstein. Molti del settore hanno sempre pensato che prima o poi la premier si sarebbe piegata al volere dell’Europa che insiste sul rompere il regime di monopolio.
