Dopo l’ira che ha travolto FdI per le parole di Berlusconi, Giorgia Meloni pensa alle conseguenze e alle modifiche da apportare alla squadra di governo.
Le parole hanno un peso, anche se a pronunciarle è ormai Silvio Berlusconi abbattuto 86enne al tramonto della sua scena politica. Ma è il leader di un partito parte della coalizione di maggioranza che a breve andrà al governo. Giorgia Meloni non può permettersi questi episodi, soprattutto perché prova da mesi a costruire una sua credibilità internazionale. La posizione di FdI è rimasta sempre quella di sostegno all’Ucraina e vicina alle posizioni atlantiste e ribadiscono da via della Scrofa che non cambierà.
Sembra che però Silvio Berlusconi stia provando in tutti i modi a metterle i bastoni fra le ruote e smontare quello che cerca di costruire Giorgia Meloni. Non pensa che le conseguenze delle sue parole si ripercuotono anche su di sé e sui suoi. Come ha spiegato la stessa premier in pectore con l’immagine dello scorpione con la rana, che punge anche se sa di morire. Perché il primo a pagarne potrebbe essere il numero due di Forza Italia: Antonio Tajani.
Tajani rischia gli Esteri
Il coordinatore azzurro era certo per il ministero degli Esteri ma ora sembra che le carte in tavola siano destinate a cambiare. Dopo le dichiarazioni filo-putiniane di Berlusconi, Meloni non può permettersi che sia il suo braccio destro a gestire la politica estera proprio in questo momento in cui la guerra in Ucraina è centrale anche per i rapporti con l’Unione europea. Anche se Tajani è tra i maggiori sostenitori di Giorgia Meloni.
Ora Meloni è intenzionata più che mai a redigere una squadra di ministri per conto suo e potrebbe cambiare qualche casella data per assegnata. Alla futura premier toccherà mediare tra i suoi alleati ambigui su alcune posizioni e i partner europei e americani. Per questo almeno vuole al suo fianco una squadra di governo credibile e di alto profilo.
Oltre agli Esteri rischia la Giustizia su cui Meloni aveva posto il veto a Forza Italia, per ovvi motivi. Nonostante Berlusconi ha fatto sapere che ci fosse un accordo che al ministero andasse Casellati, FdI ha smentito e continua a puntare sull’ex magistrato Carlo Nordio.