Potrebbe esserci una sorta di “piano” per fare cadere il Governo di Giorgia Meloni. La rivelazione con tanto di focus su una persona.
Non solo il caso social con tanto di immagine molto forte ai danni di Giorgia Meloni. La Premier sarebbe “sotto attacco” anche dall’interno. La rivelazione è arrivata da La Verità che ha parlato senza mezzi termini di un “piano del Quirinale per fermare la Meloni“. Nello specifico si farebbe riferimento ad un consigliere di Sergio Mattarella a cui è stato attribuito un virgolettato molto interessante.
Il presunto piano per far cadere GIorgia Meloni
Arrivano interessanti rivelazioni che riguardano il Governo di Giorgia Meloni e i rapporto con il Quirinale. Ad accendere i riflettori sulla situazione è stato il quotidiano La Verità con un articolo dal titolo emblematico: “Il piano del Quirinale per fermare la Meloni”. In questo senso, il media ha messo in evidenza come ci sarebbe un consigliere del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che vorrebbe provare a fermare l’attuale Premier.
In particolare, una fonte “più che autorevole” avrebbe anche fatto il nome di tale consigliere il cui obiettivo sarebbe quello di impedire alla Meloni di “arrivare a conclusione del mandato a di candidarsi nel 2027 per il prossimo”.
Il “provvidenziale scossone”: cosa filtra
Secondo quanto riportato da La Verità, una fonte definitiva come detto “autorevole” avrebbe fatto il nome di un consigliere specifico che attualmente ricopre la carica di Consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa. Nel dettaglio, tale persona si sarebbe fatta scappare una frase emblematica: “Un anno e mezzo di tempo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone“.
Al netto dell’analisi del quotidiano che ha spiegato come negli anni le “manovre del Quirinale contro le maggioranze del centrodestra sono ormai un classico della Seconda Repubblica”, è stato riportato come lo scossone di cui avrebbe parlato tale consigliere potrebbe essere il no al referendum sulla giustizia o, in alternativa, la Corte dei Conti che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote all’esecutivo. Infine, un’altra pista potrebbe essere una “bella crisi finanziaria come ai tempi di Berlusconi, con lo spread alle stelle”.
