Crisi di governo, l’intervento di Giuseppe Conte al Senato nella giornata decisiva: il premier cerca i numeri per andare avanti senza Italia Viva.
Dopo il via libera ottenuto alla Camera, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si gioca tutto al Senato dove lo attende una giornata quantomeno complicata. Il piano è semplice: superare indenne la votazione a Palazzo Madama per proseguire con il patto di legislatura annunciato alla Camera e sperare che qualcuno si unisca alla squadra. Ma tutto passa per il difficilissimo voto al Senato.
Crisi di governo, l’intervento di Conte al Senato
Al Senato il Premier Conte ha ripreso il discorso pronunciato alla Camera ricordando gli obiettivi fondativi di questo governo e ricordando come la pandemia abbia inevitabilmente costretto il governo a rivedere il calendario dei lavori che si era prefissato.
Il premier è tornato poi a parlare della crisi, “che deve trovare in questa sede istituzionale la sua risoluzione”. “La crisi avviene in una fase cruciale del nostro Paese e confesso di sentire un certo disagio perché sono qui oggi non per illustrare le misure di sostegno per i cittadini e per le imprese ma per provare a spiegare una crisi. E non vedo nessun plausibile fondamento”, ha proseguito il Presidente del Consiglio ricalcando di fatto quanto detto alla Camera.
“Con questa crisi rischiamo di perdere il contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi in questa fase? Ritengo di no e abbiamo lavorato per scongiurarla sforzandoci di ascoltare le richieste sui continui rilanci su temi evidentemente divisivi […]. È complicato lavorare con chi semina mine sul percorso […]. La crisi ha aperto una ferita profonda, rischia di produrre danni alla nostra immagine. Non si può pensare di poter recuperare quel clima di fiducia e cancellare quello che è accaduto. Il Paese merita un governo coeso“.
Conte ha poi presentato quelli che sono i progetti futuri del governo prima di appellarsi, come fatto alla Camera, alle forze europeiste che non si riconoscono nella destra sovranista e anti-auropeista.
L’appello ai responsabili e il piano del premier: una maggioranza senza Italia Viva
In occasione del suo lungo intervento al Senato, durato quasi un’ora, Conte ha definitivamente scoperto le carte chiudendo la porta a Renzi e a Italia Viva. “Quello che è successo non può essere cancellato, ora si volta pagina“, è il messaggio inviato ai renziani. E poi al termine del suo intervento il premier ha espressamente chiesto l’aiuto delle forze europeiste che siedono in Parlamento e che non si riconoscono nella destra sovranista e anti-europeista.
“Servono persone disponibili a riconoscere il carattere della politica che, se indirizzata al bene dei cittadini, è un’arte elevata”.
“Questo governo vuole modernizzare il Paese e migliorarlo, il tutto nel segno dello sviluppo sostenibile, la nostra stella polare. Chi ha idee, progetti e volontà di farsi costruttore, sappia che questo è il momento giusto, Sarà una maggioranza europeista, contraria alle derivazioni sovraniste. Questa alleanza ha una solida base di dialogo alimentata dal Movimento 5 Stelle, dal Pd e da LeU. Sarebbe un arricchimento poter acquisire il contributo di formazioni che si pongono nel solco delle migliori tradizioni europeiste. Chiedo un appoggio limpido e trasparente, fondato sulla convinta adesione ad un progetto politico. I numeri sono importanti, ma la qualità del progetto politico è ancora più importante. Chiediamo a tutte le forze politiche e ai parlamentari che hanno a cuore il destino dell’Italia, aiutateci“.
La replica del premier Conte
Dopo la discussione generale, il premier Conte è intervenuto in replica: “La curva del calo demografico è molto seria […]. Dobbiamo intervenire subito con misure programmatiche […]. Dal prossimo luglio partirà la riforma dell’assegno unico mensile […]“.
“Dobbiamo lavorare per far restare la scuola nell’agenda del Paese. Abbiamo realizzato 40mila aule in più […]. E’ merito della grandissima sinergia con tutte le istituzioni, non è solo merito del governo. Abbiamo mobilitato 10 miliardi in più, archiviando la stagione dei tagli […]“.
“Non corrisponde al vero che l’Italia sia il Paese con la caduta più forte del Pil […]. Quando esaminiamo i dati dobbiamo tener conto di essere stati i primi ad essere colpiti dal virus. Nonostante questo, nei primi due trimestri del 2020 il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso della Francia, inferiore a quello di Spagna e Gran Bretagna […]. Nel corso del 2020 abbiamo erogato aiuti a famiglie e imprese che valgono circa il 6% del Pil […]“.
“Sulla giustizia abbiamo una delle riforme strutturali che ci attende […]. Intanto è stato varato un massiccio piano delle assunzioni. E’ stato programmato l’aumento dei magistrati di 600 unità […]“.
“Il tema dei decessi non si può mai degradare ad una triste conta […]. Noi abbiamo una media dei decessi che riguarda soprattutto gli 80enne […]. Sono quelli che hanno costruito un miracolo economico. Un numero così alto perché siamo stati i primi ad affrontare la pandemia […]. Ricordo che eravamo sprovvisti di mascherine, di respiratori. Ricordo che i tamponi che effettuiamo oggi non sono paragonabili a quelli della prima ondata […]“.
“Io a Italia Viva voglio dire che quando noi abbiamo trattati dei temi concreti la soluzione è stata sempre trovata. Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina con Palazzo Chigi, ma nei bilaterali con tutti i ministri […]. In maggioranza si discute tutti insieme, nessuno può avere la pretesa di soluzioni migliori. Anche sulla cabina di regia si poteva discutere. Ma quando mai non si è discusso. Il risultato è che adesso noi dobbiamo affrettarci, una struttura di monitoraggio va fatta ed è urgente. Quando si sceglie la via del dialogo e del confronto si riesce a trovare una soluzione […]. Ad un certo punto avete la strada dell’aggressione degli attacchi mediatici. E’ una vostra scelta la rispettiamo, però forse possiamo dire che non è la scelta migliore per il Paese. Il Mes è diviso. Per stanziare risorse aggiuntive per la sanità dovremmo aumentare il deficit e quindi il debito pubblico […]“.
“Se i numeri non ci sono questo governo va a casa, non va avanti. Noi vi abbiamo chiesto di aderire ad un progetto […]. Certo ha un perimetro già ben delimitato […], ma è aperto a chi vuole migliorarlo […]“.
Dalla legge elettorale alla delega ai servizi segreti passando per il Conte Ter: cosa mette sul piatto il Presidente del Consiglio
Il Presidente del Consiglio ha giocato anche d’astuzia, indubbiamente. Ha messo sul piatto la legge elettorale, in cantiere da mesi, il patto di legislatura e la delega ai servizi segreti, che il premier si sarebbe tenuto volentieri e che ha acuito lo scontro con Renzi, che da settimane chiedeva un passo di questo tipo al Presidente del Consiglio.
Conte inoltre ha ricordato alle forze intenzionate a sostenere il governo che ci sono ancora due Ministeri vacanti, quelli lasciati liberi dalle ministre di Italia Viva. Ma non si esclude neanche che si possa procedere ad un Conte ter per puntellare la nuova maggioranza e provare così ad arrivare fino alla fine di questa tormentata legislatura.
Renzi, “Maggioranza risicata”
Renzi parla dopo il voto di fiducia alla Camera e sembra avere poca fiducia nella nuova maggioranza cercata da Conte. Il leader di Italia Viva parla di una maggioranza con i numeri contanti che rischia di ritrovarsi ad un passo dalla crisi in pochi mesi.
Salvini, “Chi sostiene questo governo è complice, non responsabile”
Il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato dopo il voto di fiducia alla Camera esprimendo il suo giudizio sulla strategia di Conte, alla ricerca di una nuova maggioranza di governo.
“Chi sostiene questo governo non è un ‘responsabile’, è un complice […]. Ormai c’è il ‘senatore Ikea’: monti, smonti a seconda delle esigenze. Uno che cambia idea in un quarto d’ora non è un ‘responsabile’, è un complice. Chi salva il governo che ha creato più disastro nel mondo occidentale pensa alla poltrona”.
“Non arrivano alla maggioranza assoluta, chi non ce l’ha si deve dimettere, Poi Conte non lo farà, perché ha la faccia multicolor… diciamo cosi“, prosegue Salvini nel suo attacco al premier.