L’intervista di Conte a Rainews scatena accuse di propaganda: sindacati Rai e Cdr denunciano la mancanza di imparzialità.
La recente intervista di Giuseppe Conte a Rainews ha acceso una polemica all’interno della redazione e tra i sindacati Rai.
Il Comitato di redazione (Cdr) della testata ha espresso, attraverso un comunicato ufficiale, profondo disappunto per i toni e le modalità con cui la vicedirettrice Cristiana Prezioso ha condotto i quattro minuti di colloquio.
Al centro della contestazione, l’assenza di domande critiche sulle recenti sconfitte elettorali del Movimento 5 Stelle nelle regionali in Emilia-Romagna e Umbria, avvenute appena pochi giorni prima.
Secondo il Cdr, come riportato da Open, l’intervista si è trasformata in uno “spot” per la Costituente del Movimento 5 Stelle, un progetto di rilancio annunciato dall’ex premier.
Conte fa infuriare i sindacati Rai: cosa è successo
“Come ha ricordato di recente il presidente della Repubblica, l’informazione deve essere il cane da guardia del potere. Di sicuro un giornalista non dovrebbe mai fare sconti a un politico, qualunque sia l’appartenenza partitica“, si legge nella nota diffusa.
Le critiche non si limitano al contenuto dell’intervista fatta a Giuseppe Conte, ma toccano anche il processo con cui è stata organizzata. Il Cdr denuncia che né la redazione politica né il caporedattore siano stati consultati prima della registrazione.
Questo aspetto, sottolineano i giornalisti, alimenta dubbi sull’imparzialità della direzione. “Quali sono i motivi per cui l’intervista è stata organizzata e realizzata da una vicedirettrice in particolare?“, domanda retoricamente il comunicato.
Le accuse implicano una possibile vicinanza tra la vicedirettrice Cristiana Prezioso e il Movimento 5 Stelle, una questione già sollevata in passato da alcune testate.
La posizione dell’Usigrai
Anche l’Usigrai, storico sindacato interno della Rai, ha espresso solidarietà al Cdr di Rainews. In un comunicato, il sindacato ha accusato la vicedirettrice di aver trasformato l’intervista in “quasi cinque minuti di propaganda“.
L’Usigrai ha poi ribadito la necessità di “rigettare ogni pratica legata alle quote politiche“, che rischiano di compromettere la credibilità dell’informazione.