Conte vuole svelare le "menzogne" di Giorgia Meloni: chiesto giurì d'onore
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Direttore: Alessandro Plateroti

Conte vuole svelare le “menzogne” di Giorgia Meloni: chiesto giurì d’onore

Giuseppe Conte

L’affondo di Giuseppe Conte verso la Premier Giorgia Meloni accusata di aver detto il falso riguardo al Mes. Chiesto giurì d’onore.

Un giurì d’onore: questa la richiesta di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, nei confronti della Premier Giorgia Meloni a proposito della parole dette sul Mes nei giorni scorsi. Il numero uno dei pentastellati si è presentato con l’ascia di guerra questa mattina in conferenza stampa alla Camera con l’intenzione di svelare le “menzogne” della Presidente del Consiglio.

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Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Conte ha chiesto giurì d’onore per la Meloni

Nel corso della conferenza stampa odierna alla Camera, Conte è arrivato con l’ascia di guerra contro la Meloni e ha stupito tutti annunciando di aver “consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un Giurì d’onore” per “accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio”.

Una questione decisamente calda e che fa riferimento alle parole della Premier a proposito del Mes nelle quali aveva attaccato il leader del M5S dicendo che avrebbe firmato “il suo assenso” al Meccanismo europeo di stabilità “un giorno dopo essersi dimesso, senza mandato parlamentare, senza averne il potere, senza dirlo agli italiani”.

“È successo un fatto molto grave. La premier e deputata Giorgia Meloni ha scelto di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini: ha sostenuto che il mio governo ha dato l’ok alla riforma del Mes senza un mandato parlamentare, con il favore delle tenebre, quando il governo era dimissionario. La presidente Meloni ha mentito consapevole di mentire, lei era in quel Parlamento, deputata, quando nel dicembre 2020 c’è stato un dibattito parlamentare e una risoluzione”, le parole di Conte. Da qui la decisione del giurì d’onore.

Cosa è il giurì d’onore

Quando si parla di giurì d’onore si fa riferimento ad uno strumento a cui non si ricorre molto di frequente, visto che raramente i deputati trascendono nel linguaggio senza incorrere in sanzioni più gravi. Il Regolamento della Camera stabilisce che se un parlamentare ricorre “a parole sconvenienti” (articolo 59) sia richiamato dal Presidente, e che sia espulso (articolo 60) se viene richiamato una seconda volta o se “ingiuria uno o più colleghi o membri del Governo”.

In questo caso, il Regolamento, all’articolo 58, prevede il cosiddetto Giurì d’onore che si svolge “quando un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità” e permette al diretto interessato di “chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell’accusa”.

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ultimo aggiornamento: 18 Dicembre 2023 14:21

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