Alice Neri, l’inchiesta: i mille interrogativi sul caso

Alice Neri, l’inchiesta: i mille interrogativi sul caso

Il giallo sulla morte di Alice Neri sembra non trovare risposte: saranno le videocamere di sorveglianza a chiarire qualche dubbio.

Continuano le indagini sulla morte di Alice Neri, la mamma 32enne ritrovata carbonizzata all’interno del bagagliaio della sua auto durante i giorni scorsi. A denunciare la scomparsa della donna sarebbe stato il marito, su cui si sono concentrati i primi sospetti.  

Il corpo della vittima è stato rivenuto nella sera di venerdì 18 novembre. I carabinieri continuano le indagini, e vanno per esclusione nell’inchiesta per scoprire chi sia il responsabile dell’omicidio. Il corpo nella vittima è stato ritrovato all’interno del bagagliaio della sua Ford Fiesta, data alle fiamme in via Griffona a Fossa di Concordia.  

L’elenco dei sospettati

I sospettati sarebbero diversi: in primo luogo il marito, Nicholas Negrini, indagato per omicidio volontario. Secondo quanto appreso, però, alcune delle ipotesi degli inquirenti sarebbero state scartate. Tra gli indagati anche i colleghi della donna, che lavorava come operaia alla Wam di Cavezzo.  

Attraverso le ricostruzioni delle ultime ore di vita della vittima, è emerso che quella sera Alice Neri era uscita con un collega e aveva trascorso l’intera serata allo Smart Cafè di Concordia. Sarebbe quindi il suo collega ad averla vista per ultimo.  

Le videocamere di sorveglianza

I carabinieri, coordinati dai pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara stanno continuando ad indagare per scoprire se qualcun altro sia venuto in contatto con la 32enne. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe emerso che un operaio sia passato di lì proprio nelle ore in cui la 32enne è deceduta. A confermare o smentire ciò saranno le videocamere di sorveglianza poste sulla strada, le cui immagini verranno analizzate a breve. 

Le immagini in questione verranno poi incrociate con i tabulati telefonici e le tracce lasciate da eventuali telefoni che si saranno agganciati a determinate celle. Il telefono della vittima è rimasto acceso fino alle 7 del mattino di venerdì, ma la geolocalizzazione era stata disattivata già dopo le tre del mattino. 

Numerosi gli interrogativi degli inquirenti: chi aveva il telefono in mano durante quelle ore? Risultano inoltre decine di chiamate del marito tra le sei e le sette del mattino, ora in cui si è svegliato e si è accorto che sua moglie non si trovava in casa.  

Tra gli altri interrogativi, il mistero di chi stesse guidando l’automobile della vittima fino al luogo in cui è stata incendiata. L’auto è stata ritrovata con i sedili posteriori reclinati. Qual è il motivo? Le indagini continuano. 

Argomenti