La morte di Liliana Resinovich ha ancora numerosi punti oscuri. Nei giorni scorsi la Procura ha ascoltato il marito della vittima.
Liliana Resinovich era una ex dipendente in pensione, ed abitava in Friuli Venezia Giulia. Aveva 63 anni, ed è scomparsa da Trieste il 14 dicembre. Le indagini sulla sua morte proseguono per chiarire quale sia l’esatta dinamica degli eventi che hanno condotto la 63enne alla morte.
Il gomitolo
Continuano le indagini sulla morte di Liliana Resinovich. La Procura di Trieste, durante i giorni scorsi, ha ascoltato Sebastiano Visintin, il marito della vittima. La Procura sta indagando in particolare su un “gomitolo trovato in un cassetto a casa di Sebastiano Visintin così simile al cordino legato attorno al collo di Liliana”.
Liliana Resinovich è la 63enne di Trieste scomparsa il 14 dicembre del 2021, trovata successivamente morta agli inizi dello scorso gennaio nel boschetto nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico del rione San Giovanni.
Secondo quanto appreso il marito della donna, Sebastiano Visintin, è stato ascoltato dalla Procura a Trieste. L’uomo è stato convocato il 28 novembre. Gli inquirenti hanno interrogato l’uomo per far luce circa la presenza di un gomitolo all’interno dell’abitazione della vittima.
Secondo gli inquirenti, il gomitolo potrebbe essere fatto di un filato simile al cordino ritrovato legato attorno al collo di Liliana. Si tratta comunque di supposizioni che ancora non hanno trovato effettivo riscontro nelle prove.
Una donna soffocata dal suo matrimonio
Secondo le testimonianze di chi conosceva la vittima, Liliana non era depressa ma era soffocata dalla sua relazione con il marito, Sebastiano Visintin, un fotografo di 72 anni. La Procura ha scagionato il marito della donna dal dna rilevato sul cordino di uno dei sacchi neri nei quali è stato rinvenuto il cadavere della moglie. Difatti, sul cordino non sono state trovate tracce biologiche né sue, né di Claudio Sterpin, né del vicino di casa Salvatore Nasti.