Negli ultimi 12 giorni sono stati sei i lanci missilistici della Corea del Nord. Possibilità di scontri violenti sono dietro la porta.
La Corea del Nord nella notte ha lanciato altri due missili verso il Mar del Giappone dopo l’ultimo test che aveva creato tensioni nella regione. Questi hanno volato per una distanza compresa tra 350 e 800 chilometri a un’altitudine che varia tra i 50 ed i 100 chilometri. Il Giappone convoca la Corea del Sud e gli Stati Uniti che hanno intensificato le esercitazioni congiunte. Perché un numero così alto di attacchi missilistici?
La Corea del Nord attacca
L’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha detto che la Corea del Nord quest’anno ha lanciato un gran numero di missili, e nonostante tutto “ha goduto della protezione totale da parte di due membri di questo Consiglio – ovvero Russia e Cina – che hanno fatto di tutto per giustificare le ripetute provocazioni della Corea del Nord e bloccare ogni tentativo di aggiornare il regime delle sanzioni”.
Durante il Consiglio di Sicurezza, Mosca e Pechino sostengono che si tratti unicamente di “esercitazioni militari”. Intanto il nordcorea ha continuato con i suoi lanci missilistici: gli ultimi due, avvenuti stanotte verso il Mare Orientale-Mar del Giappone, finiti al di fuori della Zona Economica Esclusiva di Tokyo. I lanci si sono intensificati negli ultimi giorni e la tensione aumenta per la penisola. Secondo l’Onu, Pyongyang potrebbe a breve effettuare un settimo test nucleare.
Cosa sta accadendo?
Di solito, le esercitazioni militari congiunte coincidono con provocazioni e test militari nordcoreani più frequenti e quindi con l’intensificarsi della tensione nell’area. Le esercitazioni militari congiunte degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione sono percepite da Pyongyang come la preparazione a un attacco imminente ai danni del regime. Nell’ultima settimana infatti, Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone sono stati impegnati in attività volte a riaffermare la deterrenza estesa in funzione anti nordcoreana.
Tutto ciò è avvenuto in concomitanza della visita di Kamala Harris il 29 settembre a Seul. Il lancio del 3 ottobre ha rappresentato una violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Un’attività ripresa da settembre dell’anno scorso ricondotte alle ripercussioni del fallimento del vertice di Hanoi tra Trump e Kim Jong-un del 2019.
Kim aveva offerto di smantellare alcune strutture dei siti nucleari per avere in cambio un alleggerimento delle sanzioni economiche, trovandosi però davanti al rifiuto statunitense. Quindi quella opportunità di dialogo che si era aperta con le Olimpiadi Invernali in Corea del Sud a febbraio 2018, si è chiusa e così resta ancora.
Gli obiettivi di Kim Jong-un
Nel gennaio 2021, Kim Jong-un ha proposto degli obiettivi da raggiungere per far avanzare il programma nucleare, il cosiddetto “byungjin”. Questa politica faceva riferimento al parallelo sviluppo della componente economica e nucleare. La situazione economica dei nordcoreani però risultava pessima, confermando la necessità di continuare a investire le risorse nella difesa del Paese perché sottoposta all’assedio da parte delle potenze definite ostili.
Per la Corea del Nord la situazione va a suo vantaggio, perché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è in uno stato di paralisi con Russia e Cina che si mostrano avversi a sostenere nuove sanzioni o per garantire quelle in vigore. Tutto ciò, si muove a vantaggio di Kim Jong-un che sta operando in maniera indisturbata ora che l’attenzione internazionale è rivolta all’Ucraina.