Come cambia la vita ai tempi del coronavirus in Italia. Con misure senza precedenti, il governo inizia a dare una forma all’emergenza.
Se fino a pochi giorni fa provavamo a convincerci che la vita non sarebbe cambiata nonostante la diffusione del coronavirus in Italia, nonostante le autorità ci invitino a vivere la nostra vita di tutti i giorni, è evidente che con la mossa del 4 marzo le istituzioni hanno superato il punto di non ritorno facendo in qualche modo sembrare più concreta l’emergenza sanitaria. Più dei freddi numeri comunicati ogni sera dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Coronavirus in Italia, scuole e Università chiuse per 15 giorni
Quando decidi di chiudere le scuole e le Università per 15 giorni stai decidendo di stravolgere la vita di milioni di italiani. O almeno cambiarla in maniera radicale. Già, perché mentre il governo ragiona su un possibile provvedimento per consentire a uno dei genitori di rimanere a casa con il figlio minorenne, il provvedimento per la chiusura degli istituti è già in vigore e costringe i genitori ad adeguarsi alla situazione. I più fortunati possono fare affidamento sui nonni, che forse, per motivi di sicurezza, non dovrebbero stare a stretto contatto con i bambini. Gli altri devono affidarsi a una baby-sitter last minute o a saltare uno o più giorni di lavoro. E questo analizzando solo gli effetti superficiali della decisione di chiudere le scuole.
Il calcio e le manifestazioni sportive a porte chiuse
Quando agli italia tocchi il gioco del calcio vuoi mandare un messaggio forte. Quando decidi di giocare a porte chiuse, senza pubblico, stai mandando un messaggio fortissimo. Quando dici a migliaia di italiani che non possono godersi i novanta minuti di magia allo stadio, stai mandando un messaggio emergenziale. Insomma, il fine settimana sarà un po’ meno magico per tutti. Ma in questo caso la decisione sembra decisamente sensata. Ridurre gli spostamenti sui mezzi pubblici nel giorno della partita ed evitare il contatto tra decine di migliaia di persone sembra una strategia con una logica. E i tifosi sono chiamati a un piccolo sacrificio.
Il coronavirus in Italia cambia anche il nostro modo di salutarsi
Noi italiani, si sa, siamo particolarmente calorosi. Parliamo quando gesticoliamo, cerchiamo anche il contatto fisico con il nostro interlocutore. E al momento dei saluti siamo particolarmente espansivi. Calorose strette di mano, baci, abbracci e manifestazioni più o meno originali di affetto. Stop. Tutto questo non si potrà fare. O meglio, tutto questo è fermamente sconsigliato. Dovremo vivere la nostra vita sociale (o quello che ne resta) tenendo bene in mente la linea immaginaria che deve tenerci a un metro di distanza dalle persone che ci circondano. Non il massimo.
Lo smart working
Le società che hanno la possibilità (e anche qualcuna che non ce l’ha) stanno approfondendo il tema dello smart working. I dipendenti lavorano da casa per evitare di recarsi in ufficio. Lo smart working però non è una soluzione facile da improvvisare. Il datore di lavoro deve fidarsi della sua forza lavoro che, al contempo, non deve approfittare della mancanza di controllo per lavorare meno. Deve ottimizzare il tempo e i metodi a disposizione per arrivare al massimo risultato. E forse in questo caso l’emergenza coronavirus potrebbe spingere l’Italia verso un futuro più smart e sostenibile.
Gli effetti del coronavirus sul tempo libero
Nei prossimi giorni cambierà anche il modo di trascorrere il tempo libero. Oltre alle riunioni e ai congressi, infatti, sono sospesi anche gli eventi sociali (spettacoli teatrali, cinema, ecc) organizzati in luoghi (pubblici o privati) dove non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza.
Lo stesso vale per palestre e piscine: possono restare aperte solo se rispettano le norme igieniche richieste.
Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus