Nuovo dpcm, come funziona la divisione in Aree di rischio e chi stabilisce le chiusure

Nuovo dpcm, come funziona la divisione in Aree di rischio e chi stabilisce le chiusure

Coronavirus in Italia, come funziona la divisione in Aree di rischio, che rappresentano il perno del nuovo dpcm.

Nella seconda ondata dell’emergenza coronavirus, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si affida agli esperti del Cts e quindi al Ministero della Salute, con il ministro competente che di fatto disegnerà la mappa epidemiologica dell’Italia dividendo il Paese in tre Aree di rischio in base ai dati del complesso monitoraggio che le autorità sanitarie italiane compiono ormai da mesi.

Quali sono le tre Aree di rischio

Con l’Italia verso il 4 scenario (e con alcune Regioni già nello scenario 4), il governo decide di muoversi con strette mirate. La famosa strategia dello stop and go della quale si parlava già prima dell’estate. L’Italia viene quindi divisa in tre aree. Una a rischio moderato, una ad alto rischio per un periodo inferiore alle tre settimane ed una ad lato rischio per un periodo di tempo superiore alle tre settimane.

Le aree, come anticipato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione del suo intervento in Parlamento del 2 novembre, sono 3, in base alla valutazione del rischio:

Moderata
Alta o molto alta per meno di tre settimane
Alta o molto alta per più di tre settimane

Come stabilire le aree di rischio

In base a cosa si deciderà se una Regione rientra nella prima, nella seconda o nella terza fascia? Il sistema di monitoraggio conta più di venti voci che vengono analizzate. Tra queste l’ormai famoso indice Rt, la tenuta del sistema sanitario, il numero di focolai attivi sul territorio e il numero dei sintomatici.

Chi stabilisce le aree

Come anticipato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sarà il Ministero della Salute ad indicare in quale fascia rientra la singola Regione o il territorio.

Le misure per ogni area

Al momento dell’intervento di Conte in Parlamento, sono ancora in corso le trattative tra governo e Regioni, e per questo motivo non sono state specificate le misure che saranno adottate – e che scatteranno in automatico – nelle diverse aree.

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