Arcuri: “Cresce indice di contagio e dei morti”. La Fondazione Gimbe: “Serve un lockdown”

Arcuri: “Cresce indice di contagio e dei morti”. La Fondazione Gimbe: “Serve un lockdown”

Il commissario Arcuri in conferenza stampa: “Il virus continua a dilagare. Si fa fatica a debellare la seconda ondata”.

ROMA – Consueto appuntamento del giovedì in conferenza stampa del commissario Arcuri. L’amministratore delegato di Invitalia ha confermato una ripresa del virus: “I numeri continuano a crescere. In aumento sia l’indice di contagio che i morti – le sue parole riportate dal Corriere dell’Umbriasi fa fatica a debellare la seconda ondata […]“.

Vaccino, Arcuri: “Speriamo in approvazione di Astrazeneca”

Il commissario ha fatto anche il punto sulla campagna di vaccinazione: “Abbiamo ricevuto le dosi per l’1,5% della popolazione. Dobbiamo fare il tifo per l’autorizzazione di altri vaccini per aumentare la velocità della nostra campagna. Il 29 gennaio dovrebbe arrivare il via libera di Astrazeneca e nei prossimi giorni siamo pronti ad iniziare la vaccinazione degli over 80. Per aiutare le regioni siamo metteremo in campo oltre 11mila medici su tutto il territorio italiano“.

Vaccino

Fondazione Gimbe: “Serve un nuovo lockdown”

Misure dure sono invocate dalla Fondazione Gimbe nel consueto monitoraggio settimanali: “Considerati i modesti risultati ottenuti dal sistema delle Regioni a colori – si legge nel documento riportato da RaiNewsil lockdown rappresenta l’unica strada per mantenere il controllo dell’epidemia sino a fine anno, senza affidarci esclusivamente al vaccino. Continuando con la strategia di mitigazione non si riuscirà a riprendere il tracciamento efficace e l’unico auspicio non potrà che essere di raggiungere il prima possibile le adeguate coperture vaccinali. Questo significa accettare il rischio di una circolazione virale intermedia con gravi ripercussione sulla salute, sull’economia fino al prossimo autunno“.

Chiusura che non sembra essere nei programmi del Governo. Il sistema a colori è stato confermato e dovrebbe continuare almeno fino al 5 marzo, data della scadenza del nuovo dpcm. La speranza resta quella di poter il prima possibile iniziare l’allentamento delle misure per ritornare alla normalità.