I numeri dell’emergenza coronavirus, il punto della settimana

I numeri dell’emergenza coronavirus, il punto della settimana

Coronavirus, l’andamento dell’epidemia dal 15 al 21 febbraio. Resta stabile l’andamento della curva.

ROMA – Coronavirus, l’andamento dell’epidemia dal 15 al 21 febbraio. Piccoli segnali di ripresa della curva in Italia se si fa un confronto con la settimana precedente. Il rallentamento registrato si è bloccato e in questi ultimi giorni c’è stato un andamento stabile sia per quanto riguarda il tasso di positività che per i ricoveri. Aumentano leggermente i pazienti in terapia intensiva, ma questo potrebbe essere stato causato da una nuova frenata dei decessi.

Coronavirus, l’andamento dal 15 al 21 febbraio

In leggero aumento i contagi rispetto ai sette giorni precedenti. Sono 87.435 i nuovi casi registrati nell’ultima settimana su 1.890.358. Tasso di positività che resta intorno al 4,6%. Se si considerano solo i tamponi molecolari, ritornati dopo diverse settimane sopra il milione, si registra un lieve decremento del tasso (8,6% rispetto all’8,8%).

L’unico dato leggermente in salita è quello dei ricoveri in terapia intensiva. I pazienti gravi sono 9 unità in più in questi ultimi sette giorni. Su questo dato, però, potrebbe pesare il nuovo decremento dei decessi (2.141 rispetto a 2.304). Rallenta anche la riduzione dei ricoveri ordinari che anche in questa settimana comunque hanno avuto il segno negativo (-645). Le altre buone notizie arrivano dagli ingressi in terapia intensiva (-9 in meno rispetto alla scorsa settimana) e dal tasso di positività se si calcolano solo i casi testati (quindi niente tamponi di controllo) al 13,88% (sette giorni fa era del 14,08%).

Coronavirus

Il pericolo varianti

L’andamento resta stabile anche se le varianti continuano ad essere un pericolo reale. La curva sembra essere destinata a muoversi verso l’alto, ma la situazione sembra essere sotto controllo. La settimana prossima potrebbe rivelarsi decisiva.

La speranza di tutti resta quella di poter avere una impennata non troppo forte per continuare nella riduzione della pressione sui servizi sanitari e la campagna di vaccinazione che, nel nostro Paese, prosegue molto a rilento.