Coronavirus, il bollettino del 3 novembre: diminuisce la percentuale del rapporto tra positivi e tamponi.
ROMA – Coronavirus, il bollettino del 3 novembre. Dopo due giorni di contagi in calo, ritornano a salire i positivi in Italia. Sono 28.244 i nuovi casi registrati in un giorno a fronte di oltre 182mila tamponi. Un dato che ha portato, dopo diversi giorni, a diminuire la percentuale del rapporto tra positivi e test effettuati passata dal 16,3% al 15,4%.
A preoccupare è l’incremento dei decessi e della pressione sui servizi sanitari. I morti nelle ultime 24 ore sono stati 353, dati più alti da maggio. I pazienti in terapia intensiva sono saliti di 203 unità, i ricoveri ordinari di oltre 1.200 persone.
La Lombardia è la regione con più contagi
Per quanto riguarda le regioni, la Lombardia si conferma la zona con più casi (+6.804). Subito dietro Piemonte (+3.169) e Campania (+2.298). Le altre regioni con una crescita a quattro cifre sono state: Veneto (+2.298), Toscana (+2.336), Lazio (+2.209), Emilia-Romagna (+1.912), Puglia (+1.163), Liguria (+1.052) e Sicilia (+1.048). Solo due, invece, le regioni al di sotto delle tre cifre: Valle d’Aosta (+94) e Molise (+93).
L’allarme dei medici: “Servono misure aggressive per evitare uno tsunami”
L’incremento della pressione sui servizi sanitari preoccupa l’Ordine dei Medici. Su Facebook il presidente Filippo Anelli ha chiesto a premier Conte dei provvedimenti più duri per cercare di spezzare la catena dei contagi: “Il problema riguarda la tenuta del sistema sanitario – le sue parole – perché l’occupazione progressiva dei posti da parte di malati Covid riduce via via la possibilità di garantire cure agli altri ammalati. Andando avanti così, la situazione potrebbe sfuggirci di mano. La preoccupazione dei medici è che questa seconda ondata non sia una mareggiata, ma uno tsunami che potrebbe travolgere il sistema sanitario. Per questo chiediamo delle misure più aggressive“.
Di seguito il post di Filippo Anelli sui social
Il problema oggi riguarda la tenuta del sistema sanitario, perché l’occupazione progressiva dei posti da parte di malati…
Pubblicato da Filippo Anelli su Lunedì 2 novembre 2020